giovedì 8 novembre 2007

i nonni che non ho avuto

io purtroppo non ho potuto godere dei nonni. il padre di mio padre non si sa proprio chi fosse, la madre l'ho vista poco anche per colpa mia e negli ultimi anni non è che ci fosse molto con la testa. oltretutto viveva in un pensionato non nella mia città. i nonni materni idem, uno è morto giovane e l'altra poco dopo la mia nascita.
io francamente non so se affettivamente siano necessari come i genitori. ma in effetti qualcosa che manca lo sento. come mancheranno alle generazioni di ora i fratelli, vista l'alta percentuale di figli unici. se quindi non di sangue, ho incontrato nella vita dei nonni putativi, non reali e frequentati fisicamente, quanto virtuali, conosciuti culturalmente per ciò che scrivono, fanno, hanno scritto o fatto.

ci sono insomma dei grandi vecchi che vorrei tanto fossero davvero i miei nonni e che potessi frequentarli e ascoltarli nella privilegiata posizione di nipote.

una di questi è Margherita Hack, una donna che mi mette addosso allegria e tenerezza e stima. una persona coerente, intelligente, arguta, per niente sofisticata. una che spiega le galassie come dà da mangiare ai polli. con nonchalance. unisce in sè la schiettezza della casalinga toscana al genio dello scienziato. adorerei ascoltarla per ore in una classica cucina di una colonica, davanti al camino, sbucciando piselli.

un nonno affascinante trovo sia Camilleri, un affabulatore fantastico, anche lui senza fronzoli e peli sulla lingua.persona creativa, geniale, con un senso dell'umorismo tagliente e perfido, il tipo che preferisco. una persona capace ancora di incazzarsi e di sentirsi offeso per le sconcezze che avvengono.

ma c'è un nonno di tutti, uno che unisce in sè tante e tali virtù borghesi, quelle di cui questo paese di impuniti pezzenti avrebbe tanto bisogno, e le tiene unite nella sua testarda mitezza, in quel coraggio che solo l'onestà intellettuale e interiore possono conferire, in una nitidezza di analisi e semplicità di espressione
encomiabili.

purtroppo questo nonno non c'è più. bersagliato negli ultimi anni della sua vita dai peggiori dei servi, offeso dai più verminosi dei lacchè, insultato dalla fetida feccia che infesta le fogne d'italia, ci ha lasciati. e la sua morte mi ha fatto venire proprio il magone.

a me le scene delle bare che escono tra gli applausi sui sagrati delle chiese mi hanno sempre fatto un pò senso, lo ammetto. ma al suo, di funerale, quasi quasi ci andavo.

ciao, Enzo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

una virtu' dei nonni è che attraverso cio' che raccontano , in maniera semplice ,ti arricchisci di quel tesoro prezioso interiore che solo loro ti sanno donare. A modo suo Enzo Biagi lo ha fatto (con moltissimi)senno' non avresti scritto questo bel post.

Anonimo ha detto...

Quando era in tv, durante le sue trasmissioni, mi incantava ascoltarlo e mi piaceva il suo sguardo, lo sguardo pulito di chi ha sempre saputo dire NO e mantenere intatta la sua dignità. Anche a me mancherà, tanto, ma da una parte sono felice per lui che se ne sia andato, che non debba più vedere con quegli occhi puliti questo scempio che gli ha procurato tanto dolore. Stefi