venerdì 25 gennaio 2008

Alla fiera del beota

la cosa che più mi fa girare le palle, adesso, è che la mia vita, quella di mia figlia, la decenza, il rispetto, le scelte economiche, etiche, il possibile smarcarsi dai terzini vaticani, l'introduzione pedagogica di idee di onestà, solidarietà, tolleranza.... tutto questo ora venga messo in mano all'esercito dei cittadini vegetali, rape esangui, menefreghisti satolli; quelli che comprano il biglietto per assistere al processo di Erba, quelli che si incolonnano sulle banchine di porto cervo per sbirciare i vips, quelli che sbraitano dalle curve e dagli spalti, quelli che fanno i blocchi per tutelare i propri orticelli, quelli che pensano un omosessuale sia un pedofilo, quelli che si inginocchiano davanti alle madonnine piangenti, quelli che pensano gli zingari rapiscano i bambini, quelli che in fila alle poste fanno la rivoluzione, quelli che vanno a puttane, quelli che guardano i film porno, quelli che ammazza che gnocca la velina, quelli che chiamano il figlio kevin e la figlia chantal, quelli che comprano il pitone da tenere in casa, quelli che portano i pitbull a giro senza museruola e guinzaglio e si sentono maschi, quelli con la golf nera e lo stereo a palla in doppia fila, il puttanone con pelliccia e suv 4x4, i ladri, i concussi, i concussori, i valvassori, i corifei, i vessilliferi, le truppe da sbarco del varietà becero, quelli che destra e sinistra son tutti uguali, quelli che tutto è un magna magna, quelli che toccano il culo in autobus, quelli che fanno il picnic a 2 metri dalla statale, quelli con le mutande di fuori e il cappellino al contrario, quelli che sporcano che non riciclano ma che poi ah no la discarica qui no, il termovalorizzatore no, quelli che sfruttano, che ammazzano, che sciolgono nell'acido, che estorcono, ricattano, minacciano, i bulli, i bulletti, quelli che delegano ai piercing, quelli che si fanno, che si bevono, che spacciano. tutti questi che poi votano. ma che votano ? ma stai a casa, emigra, sparati. non puoi votare anche per me, per la mia vita, no, non ne hai il diritto, son cose che si conquistano, si sudano, bisogna pensare, sapere, impegnarsi, agire a ragion veduta. no, non è giusto. non mi piace, la democrazia va bene in una società evoluta. qui siamo nel medioevo culturale, siamo alle palafitte mediatiche, ci si scaccola nelle caverne della ragione. cazzo, no, il nano no, no vi prego, la brambilla nooo i leghisti nooooo noooo nooooo !!

lunedì 14 gennaio 2008

Gira la ruota o-oo

con tutto quello che succede forse quello su cui rifletto stavolta si può considerare vacuo, effimero, leggero; ma ritengo che, come qualsiasi fenomeno "culturale" sia segno espressivo di qualcosa.

tema : enrico papi e la deriva archetipica.

minchia.

no no, tranquilli, è semplice.

allora, dovete sapere che quel genio di mia figlia (e lo dico senza nessuna ironia, è davvero un piccolo genio sotto tanti punti di vista) rivela candidamente i suoi 12 anni in determinate occasioni, dimostrando però anche qua una peculiare abilità.

riesce infatti a beccare senza errore la trasmissione più orrenda in onda in quel momento su tutte le emittenti possibili. ora, il fatto che spesso guardi italia 1 certamente aiuta, non ne dubito.

quando è con me stabiliamo un patto per cui io non derogo da certe cose che voglio vedere o che ritengo non sia il caso lei veda ma cedo su trasmissioni accessorie.
una di queste è la ruota della fortuna, recentemente riesumata da quel simpatico bricconcello di enrico papi, uno che riuscirebbe a fare l'animatore anche presso una società di pompe funebri.

dovendo assistere, pur se esprimendo critiche ed obiezioni, giocoforza che per salvarmi io faccia esercizio di analisi critica. anche per mantenere un minimo di autostima.

l'evoluzione del papi è interessante. che io mi ricordi, la prima trasmissione di successo che lo ha lanciato credo sia stata sarabanda. questo quiz (perchè sia chiaro, il papi fa solo quiz, è un salvadanaio minore del consenso catodico)
questo quiz, dicevo, ha avuto una genesi degna di rispetto. concorrenti normali che alla prima, seconda nota sintetizzata indovinavano la canzone. dei mostri, diciamolo, ma il rapporto che aveva instaurato sin dai primordi San Mike Bongiorno restava intatto. se vuoi vincere devi sapere, devi essere bravo; veniva quindi mantenuta una certa meritocrazia. ma già in questa occasione si assisteva ad una deriva inquietante. sempre di più i concorrenti, a cominciare dalla non vedente per arrivare a uomini tigre e simili, erano si bravi ma l'attenzione si spostava sempre di più sulle caratteristiche "mostruose" nel senso di monstrum. una sorta di circo umano, quindi,dove il quiz era oramai un pretesto.

interessante quindi vedere a questo punto come la caratteristica esplosiva del casting operato per enrico papi abbia generato un filone caratteristico dello specifico televisivo. c'è stata, oltretutto, una sottile variazione, come una evoluzione stilistica. dal barnum del bizzarro dei primordi, siamo passati ad una specie di archetipi sublimemente stilizzati nella madre di tutte queste trasmissioni. i concorrenti del pupo e della secchiona, infatti, erano quei capostipiti che si sarebbero autogenerati poi anche nelle trasmissioni seguenti. se voi guardate bene, sia nel "la ruota della fortuna", sia in "prendere o lasciare" che in "distraction" da lui condotto, il normotipo facilmente riconoscibile è riconducibile sempre ai due progenitori, la bellona deficente e l'orrido che sa tutto. o anche l'orrido tout court.
osservate poi come questa impostazione si sia talmente sviluppata tanto che adesso anche i conduttori riflettono questo schema. che altri non è il papi se non uno francamente bruttino ? ovvio che, essendo il conduttore, debba differenziarsi un poco, ma mi sembra lampante quanto non faccia sfoggio di erudizione, per quanto elementare. al suo confronto bonolis e scotti paiono degli emeriti ricercatori dell'accademia francese. ma la "valletta", una certa silversted, incarnazione perfetta della "gnocca da parati" da film natalizio dei vanzina, non fa mistero della sua quasi totale mancanza di neuroni.

posso quindi concludere dicendo che è la sua cifra stilistica questa riduzione in un ambito puramente pretestuoso di una pantomima bifronte; la reiterazione della stessa recita protagonisti due maschere della nuova commedia dell'arte.

ma perchè ? e perchè piace ?
se c'è una filosofia sottintesa, magari inconsapevole, mi sembra di poter dire che sia la proposta di uno schema mentale adolescenziale-scolastico. pupe e secchioni fanno parte di quel microcosmo fine medie-prima liceo che molti identificano come un periodo della vita spensierato, casinista, becero ma allegro. semplice, manicheo. oltretutto non sono nemmeno concorrenti che incutano un pur minimo timore reverenziale. le domande cui sono sottoposti sono francamente alla portata di uno sporadico lettore di etichette dell'acqua minerale. ma, ripeto, le domande sono puro pretesto. ma è questa la forza. il bruttone non fa paura, ci si sente superiori; la gnocca arrapa e fa intuire tette strabordanti ma non problematiche. il classico calmante per l'uccello, insomma, da riporre nello stipetto. areare le mutande dopo l'uso.

se vogliamo, possiamo anche inquadrare questo tassello in un mosaico di più ampio respiro; le candid camera dove l'umorismo è degno del peggior alvaro vitali, i vari real tv che altro non sono che la prosecuzione con altri ritmi dei vecchi "mondo cane" e "ultimo mondo cannibale" , l'adrenalina e il morto sbattuti in cornice giornalistica. i lucignoli che si grattano il gossip con la camera a mano per soddisfare le gonadi del lettore da parrucchiera e tanti altri.

tutto questo fa vedere quanto alla fine tutto si stia autoriferendosi, quanto altro non sia che soddisfazione di istinti, un girare a vuoto, un roteare le palle multicolori di strass da parte di un ammiccante giocoliere. quanto questa tv non sia altro che un intervallo sedativo tra una pubblicità e l'altra.

alla fine non posso quindi fare altro che ringraziare quel genio di mia figlia che, consciamente o meno, mi ha costretto a fare i conti con qualcosa che, altrimenti, non mi avrebbe fatto riflettere. e bisogna sempre guardare, riflettere e capire, per non farsi prendere per il culo.

giovedì 10 gennaio 2008

Volare o-ooo

non ci accorgiamo, a volte, delle cose che ci cambiano davanti lentamente. poi a volte succedono avvenimenti che ci distraggono e in quei momenti ci sono degli alacri elfi che si muovono frenetici e quando ci ripigliamo siamo talmente scombussolati che quello che è cambiato, e tanto, lo assorbiamo come acquisito, senza discutere.

nel mio lavoro.

fino al 9/11 le cose si barcamenavano in un normale tran tran. le compagnie aeree riconoscevano delle commissioni a chi vendeva biglietti, i prezzi erano corretti, c'era concorrenza, non era il migliore dei mondi possibili ma si viveva.

oggi.

ho un cliente che va a New York.
voli in classe economica, tariffa abbastanza restrittiva, poca libertà di movimento; variazioni a pagamento, rimborsi limitati.
spende 660 euro. un milione e duecentomila lire.
ai tempi avrebbe ragionevolmente speso sulle 6/700mila lire.
ma la cosa bella è che la tariffa aerea, quella sottoposta alla concorrenza, quella che poi viene sbandierata sui mass media, quella che, adesso senza commissione per gli agenti di viaggio, viene corrisposta alla compagnia aerea questa, dicevo, non è cambiata.
la tariffa è di 359 euro
il resto sono TASSE ! tasse, assicurazioni, maggiorazioni per il costo del petrolio... 600milalire di TASSE !! fino al 9/11 erano 21mila lire !!!
un aumento del 3000% che non va alle compagnie aeree, agli agenti di viaggio, a chi smista i bagagli in aeroporto a nessuno, insomma, di quelli che lavorano materialmente al nostro viaggio.
vanno alle finanziarie, alle assicurazioni. a quelle sanguisughe che senza creare nemmeno un centesimo di ricchezza reale, come dei pidocchi sul corpo di un malato troppo spaventato per grattarsele via succhiano e succhiano, orrende zecche di un capitalismo malato.

non sarà nulla, ma è un altra piccola fotografia che ci fa capire chi guadagna in questo bel mondo. e a scapito di chi.

giovedì 3 gennaio 2008

ça va sans dire

teo-dem teo-con teo-caz, teo-dappertutt. il profilarsi all'orizzonte della sconfitta di un sano relativismo, della cultura del dubbio, della riflessione, del confronto che tanto sono utili per una società civile e aperta, non arroccata su opposti estremismi, è ormai netto ed irreversibile. ma non sono i comunicati di al-qaeda, gli ukase di razzinger, gli striscianti proponimenti di bondi o le scudisciate di cilicio della binetti ( la cilicion valley nostrana...) che fanno capire quanto ormai siamo culturalmente trincerati in opposti schieramenti. è un vezzo linguistico, un tic dialettico, una abitudine lessicale, che spiegano l'irrigidirsi delle truppe massimaliste. mai più il netturbino di acerra, la parrucchiera di vimercate, il centometrista ansante, il cuoco delle regine, lo stilista bisex oseranno, a domanda retorica subita, dire : forse, d'altronde, a volte dubito, si ma, del resto, epperò; significando così che la realtà, la più sclerotica, la più ovvia, la più scontata comunque non sono così monolitiche. tutto è e può essere soggetto a distinguo. certo, la gente ne è sicuramente stufa di tutti questi giochi che permettevano mimetiche parafrasi a chiunque pur di non esprimere un concetto del quale poi dover essere garanti. e coerenti. ma non bisogna lasciarsi ingannare. questo prostrarsi all'estasi ineluttabile, all'accettazione pedissequa, questa condivisione acritica senza se e senza ma (altro precedente passo nella direzione che sto descrivendo)avviene solo per piccolezze, scemenze, diatribe da bar sport, fustigazioni da parrucchiera. oggi ben pochi, in una qualsiasi conversazione, si potranno esimere consciamente o meno, dall'esprimere baldanzosi, con l'occhio chiaro, la fronte luminosa, una fermezza di tono impareggiabili la parola d'ordine.
Assolutamente.
cosa che a me fa immediatamente capire di avere di fronte un cretino.
assolutamente cretino.