mercoledì 22 dicembre 2010

E che ci vorrà mai.


La signora Mauro Rosa Angela ha combinato un bel casino, in senato. E pensare che l'han fatta vicepresidente.

Sono andati al potere loro, i ragionieri, i geometri, le seconde file, i salumai. E’ l’involuzione della specie. Sia chiaro, non è che voglio offendere i ragionieri.

E' che non mi farei fare la dichiarazione dei redditi da un costituzionalista, ad ognuno il suo. Il fatto è che proprio antropologicamente stiamo assistendo ad un ricambio dove nella classe dirigente vengono cooptati i mediocri, dove l'improvvisazione la fa da padrona. E' l'esaltazione della insipienza, mutuata dagli idoli di tutti i giorni per i quali vale la frase : ma quello lo saprei fare anche io.

Se un burino qualsiasi assurge agli onori dei media per aver scoreggiato in un reality, se un imbrattatele seriale scaracchia a suon di euro su tele poi vendute su telebrianza, è la rivoluzione culturale conseguente, che sta dietro a queste orde di incapaci.

Passa il concetto per cui le cose son come le discussioni di calcio, chiunque le può affrontare, per cui si mette una signora qualsiasi, una ragionierucola quaedam a fare un lavoro che non le compete. Proprio perchè non ci si vede niente di male. Io guardo alla concezione delle cose che sta dietro una tale scelta, non la povera Rosy che si scalmana come un vigile impazzito all'incrocio.

E' molto peggio, per me.

martedì 21 dicembre 2010

Berluspisolo

Sciocchi che siamo ! Vediamo le cose ma non capiamo, come chi guarda il dito invece della luna, ciechi e stolti.

Ridacchiamo, plebe ignorante, a vedere il re che si appisola e non capiamo il sottile disegno che sottende a questo comportamento.

Sono le basi che pone, sagace uomo dalla vista lunga, per poter un giorno dire, come tanti prima di lui.

Io non c’ero, e se c’ero, dormivo.

lunedì 13 dicembre 2010

Alla fiera dell'est

Ce lo ricordiamo come Berlusconi ed il suo modo di fare hanno caratterizzato l’epopea della tv commerciale ?

Comprò a suon di miliardi i contratti di vari presentatori, tipo Corrado, Mike Bongiorno, Costanzo. Ovviamente essendo una tv commerciale senza canone scaricò questi costi sulla pubblicità, facendola diventare quello che è adesso, un obbrobrio che impedisce di vedere qualsiasi cosa. Oltretutto lo fece abbassando le tariffe pubblicitarie, si chiama dumping, attirando a sè gli inserzionisti ma dovendo moltiplicare gli spazi, inventandosi poi le sponsorizzazioni e tutto quello che ha reso la tv inguardabile.

Facendo così ha trascinato con se anche la Rai che, pur se con il canone, ha dovuto abbassare i prezzi ed infittire gli spot nello stesso modo, o quasi.

Ha pure rovinato le tv piccole, locali, ha tagliato le gambe ad un bel pezzo di carta stampata, tutto ricordiamocelo, come fruitore di una concessione di frequenze truffaldina, per la quale NOI, lo stato, stiamo ancora pagando multe alla comunità europea.

Ha espanso a 24 ore su 24 il palinsesto, pur di avere spazi da vendere, riempiti con la peggio paccottiglia, dalle televendite di materassi ai telefilm pre-televisivi.
Massimo spazio per minimo costo, programmi orribili per casellanti, guardiani notturni, insonni assortiti.

Andiamo oltre.

Ci ricordiamo come, tramite il Milan, è entrato nel mondo del calcio ?

Stesso discorso, campagne acquisto faraoniche. Con anche episodi alla Lentini, se ricordate.

Effetti : mercato dei calciatori drogato, società sportive alla canna del gas, vivai giovanili abbandonati, necessità di far cassa in fretta, decreti spalmadebiti, partite ogni mezz’ora per riprendere le spese, con conseguente saturazione e stress anche fisico dei giocatori.

Stress fisico combattuto anche con il doping, e con le scommesse, con la compravendita delle partite. Situazione che è stata devastante per le piccole squadre, determinando quell’enorme divario attualmente in essere tra le 3/4 grandi e le altre.

Ha fatto strame anche del calcio, riducendolo ad un contenitore di soldi e consenso, e nient’altro, con il beneplacito oltretutto di tutti i dementi che si guarderebbero pure la replica di scafanese/pollena trocchia, pur di non aprire un libro, giocare coi figli, farsi una passeggiata.

E adesso, con il medesimo sistema, attacca la struttura, già malata, del parlamento italiano. Dopo aver fatto eleggere il più grosso parco buoi di signori nessuno, adusi solo ad obbedir tacendo, adesso con lo stesso criterio commerciale fa incetta per allungare la panchina, complice la legge elettorale che, sicuramente, cercherà di mantenere in piedi in ogni modo.

Anche questo, è il berlusconismo. Un modo di agire che possiamo ricondurre anche a disegni golpisti tipo Rinascita Democratica della P2, certamente, ma che sostanzialmente è una mentalità, un modus operandi, vivendi dove l’essere scompare, sostituito da uno scaffale infinito dove uomini, idee, politiche, pensieri, sogni, aspirazioni, gioie, passioni altro non diventano che merci. Merci di bassa qualità, scadenti, per essere alla portata di tutti. Merci svuotate di valore, di qualità, di senso.

Um mondo veramente di merda, lasciatemelo dire.

lunedì 22 novembre 2010

AAA astenersi perditempo.


A volte, proprio per farmi male, faccio un giro sugli annunci delle case in vendita.
Hai visto mai, prima o poi forse mi tocca, poter vivere da solo. Ma non è questo, il discorso.

E' che mentre guardo le descrizioni e le foto, a parte il linguaggio a volte ridicolo degli annunci sia che sia approssimativo dei privati o manierato delle agenzie immobiliari, mi balza agli occhi l'arredamento, di queste case. Spesso è una accozzaglia di oggetti, senza una minima idea, senza una continuità. Vecchio e nuovo, moderno e ex-moderno, finto antico, finto modernariato, avanzi, resti.
Grandi spazi vuoti, o un accumulo impaurito. Ninnoli, copriletti, bric-a-brac, scarti etnici.

Tanti televisori, a schermo piatto. Enormi, troneggiano in salotto. Oppure piccoli, appesi al muro di ogni stanza, come pipistrelli lucidi. Mazzi di fili li collegano a decoder, lettori, prese di corrente, antenne.

Quadri, come si crede debbano essere i quadri moderni; astratti, i quadri che trovi nella zona tappeti del grande magazzino. Croste colorate, oppure gli angeli, messi sempre sopra il letto. Colori a volte squillanti, che cozzano tra loro, a volte pastello, brillanti, cupi, saturi. Una parete ocra, una blu, il pavimento di un orrido parquet scuro, la monocottura con le fughe che non tornano, di plastica traslucidità.

Ma una cosa accomuna queste case, queste tane, questi loft, questi sottotetto, questi trivani biservizi, con resede frontale, tergale, anale, terrazze a tasca, terrazze verandate, disimpegni, camerine, cucine abitabili, luminose, per coppie giovani, senza ascensore, no condominio, bifamiliari, rustiche, interamente da ristrutturare, recentemente ristrutturate, travi a vista.

Nel novanta per cento dei casi non troverete l'ombra di un libro.

giovedì 18 novembre 2010

Le belle statuine

Leggo oggi su La Repubblica : Le statue truccate di Palazzo Chigi
mani e pene posticci a Venere e Marte
In tempi di tagli alle spese per i beni culturali, fa discutere il restauro costato 70 mila euro. Le opere sono state collocate davanti a un fondale azzurro molto kitch, voluto dall'architetto del premier, Mario Catalano"

E' la ulteriore dimostrazione che il berlusconismo è un cancro che corrode a più livelli, non ultimo quello estetico. Visto che etica ed estetica viaggiano a braccetto, combattere l'una aiuta a combattere l'altra.

Questi figli di arredatori brianzoli hanno il nanetto nel giardino e la cantinetta perlinata come acme della creazione. Eredi del cagnolino con la testa dondolante posto nel lunotto del 128, non possono altro che perpetrare analoghe brutture anche ai livelli più alti. Per questi tangheri l'arte non dà panini, ma è solo complemento d'arredo, la bellezza è intesa solo come ornamento e l'ornamento deve apparire come appena acquistato; un pene mancante, una imperfezione comunicano loro solo l'idea di oggetto di scarto, di seconda scelta.

A loro piace la perfezione orrenda dell'infisso di alluminio anodizzato, la prospettiva lineare del capannone padano. Son quelli con gli angioloni sopra la testiera del letto, che comprano un quadro solo se è un investimento, i cui libri nelle librerie sono finti e con le copertine che fanno pendant con il colore del sofà. Sono i barbari che creano un ambiente orecchiando i cataloghi Postalmarket, che arredano le proprie case con il cattivo gusto che vedono nelle Tv, il cafonal pacchiano che può essere costoso se hanno i danè, o placcato con il similoro plastificato dei negozi low-cost se i danè non li hanno. L'importante è avere un presepe kitsch che sembri, che assomigli, in quanto la cifra diffusa è oramai l'appariscenza, non l'essenza.

domenica 14 novembre 2010

Ruby Tuesday

Prosegue ancora la telenovela Ruby, ora si è aperto il fronte Fiorillo, con le rivelazioni del PM del tribunale minorile, che incastrano Maroni, Bruti Liberati ecc.
Ma la cosa a me, sinceramente, non interessa. Chi abbia fatto cosa, quando, la procedura. Io mi limito a ciò che è stato ammesso da Berlusconi stesso.

Io credo che lui abbia aiutato Ruby esattamente pe ri motivi che ha detto lui e che dicono i suoi serv.. dipend... collaboratori.

La conosceva, lei aveva il numero, ha chiamato, l'ha levata dai casini. Senza doppi fini, senza recondite ragioni.

Ma l'ha fatto senza nemmeno rendersi conto dell'abuso che ha compiuto. Come una raccomandazione con il dirimpettaio di fabbrichetta, con il coinquilino di loggia, come il vicino di sedia alla confindustria.

Il potere esercitato in forma privata, per fini privati. Un potere nemmeno arrogante, semplicemente un potere che nemmeno ci pensa alle regole, al fatto che ci siano delle procedure. Un potere diretto, pragmatico, teso ad un fine semplice.

Ed è esattamente questo l'aspetto peggiore e più grave, il fatto che a capo di un governo, ovvero il massimo esponente di quelle persone che devono mediare, capire, agire secondo le norme e le leggi, i canoni, i protocolli democratici, ci sia una persona che nemmeno ci pensa, a tutto questo, che ha una visione monarchica ed assolutistica, del potere e del suo esercizio, una persona che concepisce in modo puramente verticistico, da industrialotto qual'è, l'esercizio del potere, senza guardare a diritti o altro.

Conosce una che è nelle peste ? Bene, fa la cosa più semplice. Alza il telefono e, senza nemmeno dover dire "lei non sa chi sono io" la leva dai guai. E il bunga bunga non c'entra niente. Se qualche persona con due neuroni che lo ha votato se ne rende conto, ok, altrimenti sarà inutile continuare a parlarne.

giovedì 11 novembre 2010

Recensioncina

Un libro del genere in genere non mi piace. A me piacciono i libri lineari, dove la trama si snoda senza troppi svarioni, non tortuosa, senza salti. Se avessi notato poi che l'autore è lo stesso di un libro che, stando a ciò che ne so, non leggerei mai (il mandolino del capitano corelli) non lo avrei mai preso, sullo scaffale.

E avrei fatto una cazzata paurosa.

E' uno dei migliori libri che abbia letto negli ultimi anni. Ricco, divertente, vario; gioca su registri diversissimi. E' tragico comico ironico laido filosofico etico morale scollacciato pornografico magico. E' un affresco cangiante di una umanità forte disperata allegra vivente assassina ossessionata spensierata, ambientato in un sudamerica incrocio di mille culture di mille filosofie.

Leggetelo, è gustosissimo, non è possibile saltare nemmeno mezzo rigo, vi ammalierà con il suo sapore robusto, imprevedibile, avvolgente. Un libro che crea un mondo dove si sprofonda ma che riempie la testa, impedendo di proseguire troppo la lettura, imponendo di fermarsi, riflettere, digerire e metabolizzare le mille sfumature umane che lo compongono.

Maghi, indios, puttane, preti, maniaci, generali, peones, bambini, diavoli, scrittori, musicisti, giaguari, conquistadores scongelati, finti predicatori, un turbinio di figure ognuna delle quali definita, profonda, ricca.

Non è un libro, è una vera esperienza fisica.

C'era una volta una scimmia che disse ad un coniglio: "quando fai la cacca ti succede mai che ti si attacchi al pelo ?" e il coniglio dice : "purtroppo si" e allora la scimmia dice : " ah, bene" e poi prende il coniglio e ci si pulisce il culo.

lunedì 8 novembre 2010

i Mostri

Titola la Repubblica : Milano, il ritorno di Ruby. In discoteca. Annunciata una serata con la giovane amica del premier. Insieme a un concorrente del Grande Fratello. Il 13 novembre sarà la "special guest star".

E come la gente va in gita ad Avetrana, andrà a vedere il feticcio più recente su cui indugiano come perle di rugiada stroboscopiche le ultime voci massmediatiche.

Un paese sempre più museo degli orrori, traumenkammer, cinema di terza visione sul cui schermo/scherno passano filmacci sempre peggiori visti da una platea sempre peggiore. E domani la sbobba servita sarà diversa ma sempre più vicina, passettino dopo passettino, ad una barbarie ottusa e stolida.

Stacchiamo la spina, cominciamo a pensare in modo diverso, in questo modo non andiamo da nessuna parte

mercoledì 3 novembre 2010

Che Faber e Villaggio mi perdonino.




Re Silvio tornava da Bruxella, lo accoglie la sua terra cingendolo d'escort
al sol della calda primavera lampeggia l'abbronzatura del sire trombador

ma più che del corpo le ferite da Silvio son sentite le bramosie d'amor

"se ansia di lodo e sete d'onore, spegne il potere al vincitore, non ti concede un momento per fare all'amore"

così si lamenta il Re padano s'inchina intorno il grano gli son Corona i fior quand'ecco al telefon si compone mirabile visione un numero d'amor

nel folto della notte buia l'anagrafe s'ignora la Rubia è dal questor

Ei si ricorda di gnocca sì bella mai lui non colse siffatta pulzella
impetra menzogne ed inganni inanella

ma più dell'onor poté l'abuso s'impone come è aduso,il sire si incazzò
codesta era l'arma sua segreta da Silvio spesso usata in gran difficoltà

il pula ricordava un pelatone e un volto da caprone ma era sua maestà

Cavaliere egli era assai valente ed anche in quel frangente d'onor si ricoprì
e giunto al fin della bugia di arabo la zia lui lesto s'inventò

ma più tardi sbraga la giovinetta che repente alla gazzetta squaderna ciò che fu

E' mai possibile o porco di un cane
che i bunga bunga in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane

e anche sul prezzo c'è poi da ridire ben mi ricordo che pria di partire
auto e prebende alla Mora ne detti e non eran due lire

Ciò detto agì da gran cialtrone, sul frocio un battutone e di cavarsela sperò.

Homo Berlusconensis



Negli scambi di idee ed opinioni che incrocio, c'è chi si domanda, in occasione delle nuove performance del nostro diletto Silviuccio, se l'Ítalia profonda sia sempre stata così e, se si vedevano meno brutture, questo fosse dovuto alla giovane età. Se, in altre parole, il berlusconismo ha solo portato alla ribalta un Italia meschina che già c'era o l'ha sostanzialmente creata e nutrita.

A me viene da dire che l'uomo è tale da più o meno sempre. Il discrimine sta nella gestione delle pulsioni. Chi non ha avuto mai voglia di spaccare la testa di qualcuno ? Bene, c'è chi lo fa e chi vive una vita senza farlo. E questo tra istinto e pratica di vita si applica a moltissime occasioni, e determina il comportamento civile.

Ora, come ogni altra manifestazione, il comportamento, essendo nient'altro che una codifica del "fare con gli altri", è convenzionale, è un linguaggio. Io, per cause puramente anagrafiche, ho vissuto in una società massmediatica ancora abbozzata, negli anni della mia formazione. Avevamo 2 ore al giorno di tv, al massimo, bianco e nero, poco stimolante e molto pedagogica. Ricordo orripilanti cortometraggi stop-motion cecoslovacchi di omini filiformi con la testa a pallina. E questo era quello che passava il convento per i ragazzi.

Se anche fuori la spudoratezza poteva premere e ribollire, non le veniva data dignità. C'era, quindi, un pudore forse ridicolo, forse retorico ed imbalsamato, ma che portava ad intendere altri comportamenti, come virtuosi. L'impegno, lo studio, l'evolversi civile, il rispetto. Un esempio per tutti, "i ragazzi di padre Brown".

Prodotto e fucina al tempo stesso della rivoluzione linguistica della tv commerciale, il berlusconismo ha aperto i cancelli al suo opposto. Ha permesso che della spudoratezza si divenisse orgogliosi. La cifra è divenuta la commerciabilità e l'appeal mediatico di ogni manifestazione. Calpestando ogni altra cosa, intere famiglie sono andate sorridendo a sputtanarsi in televisione, dandosi allegramente della mignotta e del cornuto; casalinghe scollacciate hanno aderito ad ogni dettame da filmaccio proto-porno andando a mostrare, odalische delabrèe, le proprie cicce in seconda serata. L'apparire, il sembrare, il posticcio, il lifting sono l'estetica e l'etica attuali.

Il campione, perchè di tale si tratta, il primo inter pares dei rifatti, è l'esegeta massimo dello stiracchiamento dermico e della proliferazione pilifera artificiale. E' lui che esalta, ospita e sorregge un gineceo plastificato e dalle labbra fuoribordo.

Sarà la mia età, sarà che quando mi si sono formate grammatica e sintassi certi obbrobri non esistevano, ma io ritengo di essere immune alle malìe di questo sistema. Quel che non riesco a fare è immedesimarmi a fondo, per comprendere, in un ventenne di oggi, pasturato ipnopedicamente a certi valori e stilemi morali sin dalla nascita. E magari abbandonato a sè da genitori distratti o impauriti. O impreparati.

Quello che quindi per vincere dovrebbe fare una sinistra progressista, sarebbe quello di reinventare e veicolare in modo accattivante un nuovo linguaggio, un nuovo modo di vedere ed interpretare la realtà, scalzando quei pupazzi eterodiretti con problematiche indotte che animano un mondo sempre più irreale ma che serve da calco e paragone per una vita ipotetica su cui modulare i desideri e le pulsioni.

Ci vogliono, ahimè, mezzi di comunicazione. E questo è stato l'errore più marchiano fatto. Non aver sviluppato non dico una tv di partito, ma una tv diveramente commerciale e di non aver lottato perchè la tv pubblica mantenesse caratteristiche che la potessero rendere libera da certe logiche mercantili.

Quando Baricco affermò che gli investimenti andavano fatti non su balletti e rivisitazioni Cechoviane ma su una tv gratuita e di qualità, io applaudii in sordina per l'idea geniale. Purtroppo si colse solo l'aspetto paradossale, senza capire quanto in realtà ci fosse di valido in quella proposta.

Sinceramente non so se ci siano anticorpi abbastanza per rivoltare la deriva cui assistiamo senza precipitare nel suo opposto, un neo-moralismo clericale di apparente mortificazione, dove ogni diversità e ingegno possano essere aserviti ad un ugualitarismo da frati-formiche. Una via monacale alla Chinese Way Of Life, tutti buoni e a testa china a costruire le piramidi di Marchionsete I°.

Certo è che la parte progressista di questo paese delle colpe le ha avute.
Un suo grosso limite, e lo applico sia alla situazione attuale, pregressa e financo storica, è che è bravissima nell'analisi A POSTERIORI delle cose, ma una ciofeca nella previsione degli eventi.

Altro grossissimo limite è, una volta esaminata la cosa, grazie anche agli affilatissimi strumenti metodologici sviluppatisi negli anni, il fatto che non ha assolutamente idea di che cosa minchia fare !

Io sospetto che, me incluso, si pensi la realtà dei fatti essere talmente lampante, che non ci voglia uno sforzo divulgativo chiaro e ripetuto per diffondere le proprie idee.

Una volta dette come stanno le cose, basta, ci possiamo avvolgere in tavole rotonde dove iniziare l'eterna caccia al pelo nell'uovo, il campionato di distinguo (a squadre e singolare) ed il sempiterno "tiro alla palla" (propria). Oltre all'antico sport praticato sin dai tempi della rivoluzione russa, ovvero "guarda bene come sparo a mio fratello".

In queste ilari faccende affaccendati, veniamo bungabungati dai famelici e pragmatici berlusmen che invece han capito quanto la repetitio ad libitum sia essenziale per conculcare la visione della phiga da vicino, come una amante, la massa vuole essere rassicurata ogni mezzora. Noi invece, come in un film di Verdone, diciamo : "cara mi ami ? e allora vedi che la cosa è reciproca ?"

Dei geni della conquista.

Comportamenti del genere, di fronte alla marea di qualunquisti conformisti che popolano l'elettorato, non faranno breccia, credo. Si devono inventare nuovi linguaggi e nuove prospettive. Puntare sull'essere, scuotere dal torpore ipnotico questi abbrutiti, trovare persone che come Vendola, per esempio, facciano sentire la sincerità nelle cose che dicono e che chiamino a raccolta quelle forze positive ed attive che sono necessarie per dare ossigeno a tutti. Energia, onestà, volontà.
Queste penso debbano essere le parole d'ordine se si vuol cambiare qualcosa.

lunedì 18 ottobre 2010

Recensioni in pillole

Vediamo se mi riesce. Non l'ho mai fatto, non ricordo niente per cui se lo faccio a mente fresca forse riesce.

Premessa : avere la tessera della biblioteca mi ha spalancato le porte di una lettura completamente diversa. Se prima compravo un libro solo o ai mercatini dell'usato o in libreria (ma solo in casi eccezionali), ora mi posso permettere di sfarfalleggiare tra gli scaffali, piluccando senza ritegno, tanto è gratis.

Certo, ho dovuto superare il blocco dato dal "possesso" del libro, fisicamente, ma a fronte del considerevole risparmio è stato facilissimo.

Questo approccio fa anche si che si prendano dei libri da leggere perfettamente sconosciuti, senza saperne nulla, senza conoscere l'autore. Con una leggerezza stupenda, inimmaginabile nel caso in cui uno ponderi se spendere o meno quei 15, 18 20 euro in una potenziale cagata. Conseguenza di questo è anche che, se un libro è una cagata, LO SI PUO' LASCIARE ! senza doverlo finire per forza, come nel caso in cui uno lo abbia COMPRATO, PAGANDOLO !!

Grande cosa.

Epperciò eccomi qua con un paio di recensioncine rapide e sapide.

Matt Haig - Il patto dei Labrador - Einaudi stile libero - pp 342

Fulminante idea. La storia della crisi di una famiglia raccontata nientepopodimenoo che... dal cane di casa ! Un labrador che impetra in sè la tradizione di un antico Patto dei Labrador, patto che delega al Labrador la cura della pace e della felicità degli uomini.

Bella idea, bravo. Mi sono rotto i coglioni definitivamente a pag. 136.
Noioso ed insulso, privo di mordente, ripetitivo. Il "patto" del titolo si risolve in una cazzata dove il cagnolone deve scodinzolare e fare gli occhioni dolci.

Se c'è ironia, non lo si capisce. Piatto, lento, povero anche come racconto.

Alberi uccisi per niente. Evitatelo

David Lodge - Dura la vita dello scrittore - Bompiani - pp 500

Beccato sullo scaffale, non ho potuto contenere un moto di gioia. Ho praticamente letto TUTTO Lodge, da "è crollato il british museum" a "buon lavoro professore" ecc ecc. Libri esilaranti, briosi, divertenti. Un suo libro nuovo, di cui non avevo MAI sentito parlare, ha causato una insopprimibile smania di leggerlo.

L'ho preso in culo.

Altro non è che una biografia romanzata della vita, o almeno degli ultimi anni, dello scrittore (da cui il titolo) Henry James. Quello de "il giro di vite", non so se mi spiego.

Ora, se siete un appassionato di Henry James, questo libro potrà essere molto interessante per approfondire quella parte più privata, e forse un po' romanzata, della sua vita.

Gli altri si spappoleranno le palle molto presto. Io l'ho fatto a pag. 97.
La vita di Henry James è sinceramente noiosa, e non c'è nemmeno l'ombra dello spumeggiante stile cui mi ero abituato negli altri libri di Lodge.

Ora, visto che i libri li devo rendere il 3 novembre, può anche darsi che per disperazione lo riprenza in mano. Altrimenti mi sa che lascerò perdere.

Petros Markaris - La balia - Bompiani - pp288

Questo è mi pare il terzo o quarto libro suo, che ho letto.
Viene spacciato per un nuovo Montalbàn, che ambienta i suoi gialli in una Atene torrida ed inquinata.

Sinceramente gli altri libri suoi non mi avevano convinto molto. Scrittura pesante, qualche guizzo qua e la, ma sinceramente ripetitivo e ansiogeno.

Scrittore che ti appiccica come un raffreddore tutta l'irritazione dell'ambientazione. Il commissario Charitòs è sinceramente un bischero, succubo della moglie, illetterato, maschilista, un filino fascista. E si incastra sempre in situazioni complicate, stolide, insensate. Il tutto in una città caotica, arretrata, che insinua nel lettore un senso di fastidio continuo. La scrittura è manierata, contorta, cosa che forse è una caratteristica greca, non ho idea.

Questo terzo libro, invece, complice forse l'idea azzeccata della trama, è il migliore di tutti. Completamente privo di climax, procede pianamente con una discreta introspezione psicologica, cosa che negli altri libri era, se non assente, molto superficiale, abbozzata, quasi ridicola.

Non sto a dirvi dell'argomento, ma si legge bene, è gradevole. Certamente NON un capolavoro della letteratura, bilioni di anni luce sotto Camilleri o altri.

Ora attacco il prossimo e vi dirò.

domenica 26 settembre 2010

Niente paura.

Mi sono imbattuto per caso in questo video
E' una canzoncina anche della mia infanzia, solo che nella versione che ricordavo io, Michele se lo porta via la Morte, e la Morte non si vede. E' sempre stata, per me, inquietante, anche perchè non veniva cantata trallallera trallallà come nel video, e quel BUM ! era come il tamburo cupo che ritmava un destino ineluttabile.

Qui invece è tutto gioioso, quel coglione cui va a fuoco la coda, ride.
Ma che cazzo ridi ??

Ma perchè quello che riguarda i bambini dev'essere sempre così edulcorato ?? Tutti allegri, colorati, sorridenti, la morte eliminata, nascosta, tagliata via, come fosse una malattia, una cosa aliena ed estranea da quel movimento circolare della vita cui questa, come tante canzoncine o filastrocche, alludono. Petruzzo petruzzo, prendi il cavoluzzo ecc ecc. Tanto per fare un esempio.

Ma quelli che han fatto questo filmatino, i Fratelli Grimm li hanno mai letti ? Le fiabe dove i bambini vengono messi nel forno dalle streghe, spersi nei boschi dai genitori, avvelenati o insidiati da lupi e orchi ? Ma si renderanno conto di quanto era necessaria quella letteratura per esorcizzare le paure e fare crescere i bambini ? Ma peeeeeeeerchè ci dobbiamo sentire obbligati a crescere come polli d'allevamento, nella bambagia beota i nostri gioiellini ? Capisco quanto sia rassicurante e quanto metta al riparo noi per primi da dubbi, domande, problemi. Ma chiudere gli occhi alla vita ed a tutte le sue sfumature io penso proprio sia una cazzata totale.

sabato 18 settembre 2010

Sieg Silv !

Due parole sull'antiberlusconismo. Non capisco che ci sia di male a professare politicamente l'antiberlusconismo.

Chissà se un abitante poco ortodosso della Germania nazista che in cuor suo non amava il passo dell'oca, l'idea di superiorità della razza, non condivideva l'odio per gli ebrei e che non pensava la Germania dovesse annettersi Austria e Sudeti, invadere la Polonia ecc ecc se quelli che rinfacciano lo avrebbero tacciato di antihitlerismo.

Io chiarisco, confesso, anzi, reclamo di essere antiberlusconista sin dai primi anni '80, quando ha spalancato le porte all'orrore massmediatico, alla spazzatura di basso livello che ha infestato la TV.

Quando ha smutandato le casalinghe, quando ha messo le famiglie ad accoltellarsi sul palco, per due minuti di notorietà.

Quando ha cominciato a farcire di ORE di pubblicità sempre più brutta e ossessiva ogni trasmissione.

Quando ha cominciato a pagare calciatori come diamanti, e non sempre in modo pulito (Lentini ?) mandando a peripatetiche tutto quel mondo, che ora si dibatte tra debiti spalmati e endovenose alla galoppina.

Quando ha esaltato ai massimi sistemi la palazzinaritudine, cementificando qualsiasi cosa, aiutato dalla peggio risma di un Caf devastante per le finanze e la morale del nostro paese.

Sono antiberlusconista quindi dall'inizio, visto che lo consideravo e lo considero un untore, altro che unto, un propagatore di quella peste massificante che uccide l'anima delle persone dandogli in cambio un deodorante, un decoder e una guardata di tette.

Quello che poi ha fatto in politica, non è altro che la trasposizione di un metodo. C'era da aspettarselo, che finisse com'è finita. Ma solo chi ha le fette di odio prosciuttato davanti agli occhi o chi ne ha tratto ampi benefici può sostenere il contrario.

Io Amo il mio popolo !!.... Pull !!

L'altra sera in Tv ho intercettato due minuti di Borghezio,quel simpatico nazista che fa propaganda bilingue su come infilarsi nelle democrazie italiane travestiti da movimento territoriale.

Gli han domandato, visto che Bossi tra un dito medio alzato ed un farfugliamento incomprensibile, aveva detto che tutti gli zingari sono ladri, se lui sapesse in che percentuale questo fosse vero. Bello sorridente, con quella allegra faccia di addetto alle manopole dello zyklon B, ha detto che era Vox Populi. Poi deve aver proseguito, ma io ci tengo alla mia flora intestinale, e non volevo vomitare sul tappeto.

Ma bisogna ammettere che 'sta cosa della vox populi prende piede. Che un governo segua gli umori dell'elettorato per decidere i provvedimenti non mi sembra molto corretto, mi pare una inversione di ruoli. Io, elettorato che la penso in un certo modo, eleggo chi mi rappresenta, e lui governa in accordo alle cose condivise.

Qui si governa ascoltando i peti mattutini. In un paese come il nostro dove l'opinione pubblica è stata sostituita dall'immaginario collettivo, coi pubblicitari Potemkin al potere, star dietro al "rumors" non lo trovo utile.

Lo trovo poco sano in genere, visto che il populismo, ovvero il governare che segue il governando, il bue che segue l'aratro, mette al primo posto la soddisfazione di istinti superficiali, senza che ci sia nessuna programmazione o progettazione. Politica, sociale, economica.

Ora, non dico ci debba essere un governo pedagogico, tipo Brave New World di Huxley (anche se in effetti c'è, ipnopedagogico e deteriore) ma se il "popolo" fosse capace di gestirsi così bene da solo, cosa ci starebbe a fare un governo ? E la polizia ? E i vigili urbani ?

La vox populi è anche "io parcheggio 'ndocazzo me pare" oppure "io la fila la salto" o anche "io le tasse e le quote latte non le pago". Dobbiamo seguirla ?

Eh, no, bella la vox populi, ma al festival di Castrocaro. Quando si decide della sorte delle persone io vorrei qualcuno che avesse delle idee sue e le applicasse, anche se in quel momento impopolari. Coerenti e ragionate, non tirate fuori pqechp è il momento giusto.

Sono i no, che aiutano a crescere, lo dicono tutti gli educatori.

lunedì 13 settembre 2010

matti da Lega...re

E' di questi momenti la polemica circa la scuola di Adro, già famosa per aver negato la mensa a dei bambini, in quanto sponsorizzatissima da simboli leghisti. La scuola, non la mensa.

C'è chi si domanda, come Michele Serra se il ministro della pubblica disistruzione Enterogelmini possa o debba reagire.

Lei lo fa, contrattaccando. Dicendo che prima si devono levare dalle scuole i simboli della sinistra.

Qualcuno le spieghi che quelli sono libri.

domenica 22 agosto 2010

Comme s'ecoute la musique.

Ovvero : Divertissement in français macheronique.

Grand chose l'invention du le lecteur musicàl empetrois. Avant de l'invention erà un grand prolèm ecouter la musique andand a correr ou tambien a passeggèr. Le walkman est etèe le premier pas avànt, avant lui non era possible aller en gire avec le plateu, l'amplificateur le casses et tout l'ambaradan pour ecouter le dernier disc en vinile de quelque stronzòn. Et il erà le grand problem de la prolongue. Depuis le walkman, mais la chassete se demagnetize, c'est trop cort, cest ne pas possible salter da une chanson a l'autre. Una merde, insomm.

Nouvelle evolution le lecteur del CD,le "ce-dè". Mais si tu corr tropp fort, le CD salt et tu bestemm' tous le dieux du le pantheon, pur les dieux extinctes del peuple mort mil ans fà. Il erà un lecteur che non saltav, mais costava un visibilieu, pour un povre hommme comme moi.

La vrai revolution etes arrivèe avec quelle diable de un marchingegne genial che est le empetrois. Je ce cacc' tous le chose che me garbant, le schiaff' le metode de riproduction "shuffle" e me poss' ecoutèe heurs et heurs de musique sans sentir deux fois la meme chansons. Et si non me plais quelque chose, c'est très facil zompèr dans la consequent. Grand chose la tecnique ! Vive la musique ! Vive l'empetrois !

Discorso sul metodo.

Può essere un rito, come solo un passatempo. Per me, casinista metodico, lo è o, meglio, lo era visto che ho diradato molto l'acquisto. Settimanale. Della Settimana Enigmistica, appunto.

E'questo, l'argomento, che pensavate ?

Il rito prevede un metodo di lettura e compilazione ben definiti. Si, perchè l'oggetto in questione è diverso da tutti gli altri. Si legge. Ma si compila, anche.

Mi tremano le vene dei polsi se penso che qualcuno lo legga e faccia le cose a caso, saltabeccando dalla lettura degli strano ma vero al cruciverba facilitato, o dalla risoluzione del caso del commodoro al rebus. Orrore.

Da tenere presente che la S.E. deve bastare una settimana, trangugiarsela quindi in un paio di giorno è devastante. Va, come si dice, "succhiellata" con parsimonia. E la prendo in mano tra il caffè del mattino fino alla fine della peristalsi conseguente.

Primo giorno - Io prima leggo tutte le vignette. Mi dà un po' noia la cosa delle risate a denti stretti, visto che si mescola la vignetta allo scritto, ma vabbè, me ne faccio una ragione.

Dopo passo alle notizie. L'edipeo enciclopedico mi sta pesantemente sulle balle.
Proprio per disperazione, alla sesta lettura, in bagno con cacata lunga e nient'altro da leggere, allora mi arrendo. Ma mi incazzo lo stesso.

Mi leggo quindi "forse non tutti sanno che", "strano ma vero". Le curiosità, ma quelle con la fotina. Poi passo a quelle solo scritte, "leggendo qua e là", "spigolature". Dopodichè risolvo i vari casi polizieschi. Suspense! con le avventure di 'sto cazzo di Brando che fa le cose e non si capisce come mai le faccia lo odio.
Ma ci provo lo stesso. Esaurita la parte, diciamo così, editoriale, passo a quella interattiva.

Secondo giorno - "Che cosa manca" è il primo. Se ci sono le parole crociate bifrontali me le faccio subito. E' un cedimento, lo so, ma chissene.

Cedimento ? vi chiederete. Si, perchè la logica sta nel tenersi da ultime le cose che piacciono di più, un po' come mangiare l'amarena alla fine, dopo il gelato.
Mi piace fare le cose in salita, trovo che arrivare in cima sia più gratificante.

Terzo giorno - Dopo le bifrontali non si scappa, ecco le cornici concentriche.
Sono le uniche il cui tempo di risoluzione può andare oltre il tempo di cacata, ma vanno fatte, non si può far finta di niente e lasciarle in sospeso.

Quarto giorno - la prima delle parole crociate a schema libero, il caro Ghilardi.

Quinto e sesto giorno, le altre due, Bartezzaghi e Di Muro, o Bozzoli, o altri.

Settimo giorno, l'apoteosi. Parole crociate senza schema. Fatte rigorosamente, come tutte le altre, a penna. Niente lapis, il lapis è da pavidi cacasotto. Se si sbaglia, si corregge. E una volta finito lo schema, si gira la pagina e si ripassano le caselline nere, contandole, per ultima e definitiva verifica che tutto torni.

Se non si procede all'acquisto della "settimana" successiva, restano a disposizione gli scarti, tipo "una gita a" dove c'è sempre "panorama" il "municipio" e troiai simili. I rebus mi stanno sulle balle, la susi ed il suo quesito... gli farei del male fisico. Spero sempre che uno degli amici della Susi se la sbatta su un cofano urlando " non lo voglio sapere quanti cazzo di minuti ci vogliono per sapere la famiglia rossi quanto ci mette a passare dal passaggio a livello !!! troia !!"

Il corvo parlante. Beh, capisco che non si possa sparare in luoghi abitati, ed io sono anche un anticaccia. Ma farei un'eccezione.

Il resto è spazio rubato alle parole crociate a schema libero, con le quali io riempirei tutto.

venerdì 20 agosto 2010

Che brava persona che è lei

Sono in ufficio, ricevo una mail di richiesta informazioni, con numero di cellulare.
Chiamo.

Risponde uno, spiccato accento settentrionale, che mi chiede se esistono delle assicurazioni mediche, partendo lui per una crociera in barca.

Richiedo dettagli; lui vuol sapere se, andando nel sud italia e qualora gli capitasse qualcosa, esista una assicurazione tramite la quale lui possa essere trasportato a nord.

Non fidandosi delle strutture sanitarie meridionali.

Gli rispondo che non esiste una assicurazione del genere.

Non resisto e aggiungo che se lo portano in Lombardia c'è anche il caso gli facciano un trapianto non richiesto, tanto per prendere soldi.

La butta sul fatto che tanto tutti rubano e tende a sottolineare che lui non è un politico. Saluti, grazie, click.

Questo è l'esprit du temps.

lunedì 5 luglio 2010

La sindrome di Pirsig

Ho già beccato in TV un paio di pubblicità, di quelle lunghe, travestite da messaggio-inchiesta, una cosa più articolata dello spot da 30 secondi, insomma, dove esaltano le caratteristiche di nuove case editrici.

Specializzate, ed è lì la bellezza, nel "lanciare sul mercato" (sottostante) nientepopodimenoche... nuovi Autori ! Tu ! O caro telespettatore ! Tu, che credi di aver scritto nelle pause del lavoro da ragioniere il nouveau romàn del 21esimo secolo, tu, che hai devastato risme di carta su risme di carta, tu, che hai soffocato pure il portiere coi tuoi aborti porno, tu che ti sei fatto ridere dietro anche dal pizzicagnolo.. ebbene, ecco la nuova proposta, portata avanti da ragazze nemmeno strafighe (lo scrittore non è attratto, evidentemente, dal figame massmediatico. Almeno secondo quanto devono pensare i creativi di questi spottoni)il tuo brogliaccio, il tuo mattone, la creazione dei tuoi sfinteri mentali portacela a noi.

Con una faccia di bronzo che nemmeno il campione mondiale di texas hold'em, ti accoglieremo sorridendo, contornati da figuranti coi mustacchi, cariatidi che arrotondano la social card come comparse per noi pescecani. E te la pubblicheremo. In brossura. Con la copertina rigida e la quarta di copertina, con la critica di un marcescente ex-frequentatore di salotti, uno dei centomila sociologi da pomeriggio di canale cinque di cui son pieni gli appendiabiti di questo terziario immaginario. Ed entusiasta ne comprerai mille, duemila, diecimila copie, sicuro di venderle ad un pubblico felice, amici, parenti, conoscenti, in una lunga catena virtuosa fino a, chissà, essere intervistato, vederti in tv davvero ed esistere davvero e poi magari qualche concorso, una presentazione in una località di villeggiatura laziale, o ligure, o perchè no, sulla riviera adriatica.

Certa gente non ha vergogna, venderebbe il culo del padre morto per una ditta di parcheggi per bici. Ed il bello è che sicuramente faranno incetta di illusi. Stanno spazzando gli ancoli più nascosti. Questo è il gratta-e-vinci dei grafomani.

mercoledì 16 giugno 2010

El Owrence

L'altro giorno sono rimasto intrappolato per l'ennesima volta a vedere quel film fantastico che è Lawrence d'Arabia. E ho pensato per la prima volta che è un film spaventosamente, totalmente, smaccatamente omosessuale. Come tanti film apparentemente d'avventura. Tutti maschi, solo maschi. Nessuno spazio riservato alle donne. E non venitemi a dire che gli sguardi che intercorrono tra Omar Sharif e Peter O' Toole non sono torridi richiami di sesso. Ma c'è una scena che trovo fantastica, quando Lawrence torna indietro dal deserto, l'incudine del sole, con quello che si era perso. E Omar gli regala il vestito da sceriffo, tunica, turbante eccetera. Alchè lui piglia e parte sul cammello, concedendosi un civettuolo defilè (chè poi lo becca Anthony Queen e lo piglia magistralmente per il culo) da solo, tra le dune, specchiandosi nella jambya, il coltello ricurvo. Azzo, sembrava un pezzo di Priscilla, la regina del deserto. Bello, comunque, questo sotterraneo erotismo, bello Peter O' Toole, cazzo, solo per i suoi capelli potrei uccidere. Ecco, un film che, come altri, ogni volta che passa in tv non posso fare a meno di rivederlo. Con i tempi, i colori, i sudori, la polvere che ti penetra negli stivali. Il classico film che quando lo vedevi al cine, quando uscivi, ti aggiravi per le vie del centro chè nemmeno nella medina di Casablanca...

domenica 13 giugno 2010

Cattivo giornalismo

La cronaca : giorni fa è uscita la notizia di un supposto tentativo di rapimento di un bambino da parte di "zingari".

Questo è, in gran parte, l'articolo che si poteva trovare sul sito di Toscana Tv :
"Sono i genitori del bimbo che domenica scorsa a Prato tre rom hanno tentato di rapire prelevandolo dal terrazzo della sua abitazione posta al pian terreno di un grande palazzo in via Ariosto. E' solo grazie all'intervento del vicino di casa che il piccolo e' ancora li' tra le loro braccia. Lei pratese, lui di origine mauriziana. Entrambi non ancora ventenni. Da quel giorno la loro vita e' cambiata. La spensieratezza della giovane eta' e' stata spazzata via da un uomo con baffi e carnagione olivastra accompagnato da due donne con le trecce. Adesso la paura la fa da padrona e uscire significa guardarsi in continuazione alle spalle, temere una finestra aperta o non riuscire a distogliere lo sguardo dal proprio figlio che nonostante il suo anno e mezzo sembra aver capito il rischio che ha corso domenica. La coppia non ha visto i tre rom che dopo le urla del vicino di casa, sembrano essersi dileguati nel nulla. La rabbia e il pensiero di cio che sarebbe potuto succedere agitano i sogni di Lisa e Meshar che ora chiedono piu' controlli anche perche' la presenza di quei tre individui sul retro di un palazzo in una strada senza uscita, non era casuale e che nessuno parli di razzismo perche' oltre a essere fuori luogo, per una coppia mista come questa, e' anche assolutamente inappropriato. "

Un esempio perfetto di giornalismo fetente.
Ho evidenziato le frasi melodrammatiche, sulle quali svetta l'intuito disagio del bimbetto. Nonostante abbia solo un anno e mezzo. Certo, non sarà stata la reazione dei genitori, che immagino calma e composta(gente di diciannove anni che molla un bimbetto da solo in terrazza, oltretutto) a seguito del trauma.

Non entro nel merito, anche se va detto che la casistica di bambini rapiti da Rom o gitani in genere è inesistente, basta farsi un giro su Internet. L'unico caso, molto discusso, è quello di una ragazzina rom di 16 anni beccata in una casa con un bambino in braccio, a Napoli. Vedi caso che il campo nomadi della ragazza è stato dato alle fiamme, liberando un terreno molto appetitoso, su cui poi si è edificato. Vedi che strano. Ma a parte questo mai, nessun rapimento di bambini è certificato essere stato fatto da nomadi. Mai. Siamo sempre stati noi gentili, in tutte le epoche, a rapire i bambini delle popolazioni "deboli".

Il giornalista estensore è veramente uno squallido figuro che rimescola con toni retorici nel torbido dei pregiudizi delle comari pettegole, pennellando con pesante razzismo i dettagli.

Quel : "..un uomo con baffi e carnagione olivastra accompagnato da due donne con le trecce.." è un capolavoro, di pura scuola nazi-lombrosiana. Quanti ritratti di ebrei fatti negli anni '30 sono assimilabili a questo.

Immagino la coppietta che gira terrorizzata per Prato, convinta, secondo il giornalista, di essere nel mirino di chissà quali bande di rapitori. Com'è vero che il razzismo ha un linguaggio sempre uguale, che non tramonta mai, e quanto certi "topos" insistano nei secoli. I rapitori di bambini, questo baubau che agita le notti dei benpensanti da secoli, quando è notorio che i soprusi e le violenze a carico dei minori nell' 80% dei casi vengono perpetrati in famiglia.

Come non farsi venire in mente i "protocolli dei 7 savi di Sion", libro falso ma, a detta degli estensori, "verosimile", dove era scritto che gli ebrei rapivano e uccidevano i figli dei goym usando il sangue per i loro abominevoli riti.

Chiusa di autoassoluzione quella per cui se si sparge merda sui nomadi non si può dire si parli di razzismo, nel caso in cui il rapito è figlio di coppia mista. Una affermazione che sfugge ad ogni logica e che puzza di posticcio peggio della capigliatura di Berlusconi.

Ciliegina : su Tv Prato, indecente e misera emittente locale, un commentatore lucido come un tombino, chiosando la notizia, ha detto, a proposito, che "solo l'intervento del vicino ha potuto evitare al piccolo una sorte purtroppo capitata a molti altri bambini".

Simpaticissimo il corto circuito per cui una notizia viene farcita di quei pregiudizi che si innesteranno su altri episodi, per cui non sarà dato che un nomade stazioni entro un metro da un fantolino ariano senza che la folla si armi di forconi urlando al rapimento.

Certa gente che, pur se in misura infima, ha a che fare con quel delicatissimo tema che è l'informazione, dovrebbe andarci coi piedi di piombo, prima di soffiare sul fuoco per vendere, visto che così facendo contribuisce a rendere estremamente irto di ostacoli un rapporto già difficile fra i supposti "noi e gli "altri", chiunque essi siano.

sabato 29 maggio 2010

po po popopo po pooo


Dopo averci spappolato le palle con campionati e coppe, ora comincia il World Wide Spappolament, la coppa del mondo. Non esistono più pause, ormai. 365 giorni all'anno, dove ti giri vedi moviole, tackle, commenti di omuncoli prossimi al coccolone,interviste a quarti di bue ce hanno l'indubbia dote di saper dare una direzione coerente ad una sfera elastica con uno dei loro piedi.

Il calcio, e lo sport in genere, è diventato la vera arma di distrazione di massa.
Tralascio le spiegazioni antropologiche (chi fosse interessato, legga "la tribù del calcio" di Desmond Morris; è utile) per concentrarmi su quello che una volta era uno sport, il calcio, sicuramente seguito e popolare, sopratutto in quanto giocato da molti.

Già di per sè lo sport, inteso ed esteso come è nei nostri giorni, è una invenzione relativamente recente. Dopo aver avuto una fase di sviluppo normale, quella che viene reiteratamente ricordata come fase eroica, e che serve a coprire con l'aura romantica tanti fattacci e storture, il calcio è diventato principalmente business e consenso. E il discorso non si limita al solo calcio, basti pensare al ciclismo. Solo ieri battevano tutti la grancassa elegiaca delle strade ripercorse dagli "eroi" (avere un ciclista come eroe la dice lunga...)Coppi e Girardengo, imbellettando uno sport ad altissima densità di doping.

Consenso politico. Bata ricordarsi l'inizio politico di SB (la discesa in campo, l'aver mutuato il linguaggio sportivo come grimaldello comunicativo, azione efficacissima in questo paese, delirante in altri). Oramai permea ogni minuto massmediatico, non passa mezzora che qualcuno ne parli, è stato analizzata ogni azione, ogni polpaccio, ogni retroscena. E come un bel giocattolo, che ha in sè quel tanto di mistero che ci permette di fargli interpretare mille storie, una volta che lo si è aperto ed analizzato, ha perso gran parte del suo fascino.

Resiste e si rinnova perchè è un fenomeno frattale, iterativo, come nuvole sempre diverse ma sempre uguali, o se ne può discutere all'infinito senza mai arrivare da nessuna parte. L'indeterminatezza congenita ne fa l'argomento principe da affrontare.

Viene difeso, il fenomeno, affermando che è diffusissimo, dando a questa diffuzione una intrinseca qualità positiva. Cosa tutta da dimostrare. Pure la droga, è diffusissima, l'alcool, la prostituzione. Embè ? La dice lunga, a mio avviso, di quanto l'umanità abbia bisogno di essere distratta e di avere il tempo libero riempito da qualcosa, non avendo risorse mentali o interessi pratici per farlo autonomamente o individualmente.

La politica e il calcio, due elementi dirompenti che se mescolati possono portare a prodotti esplosivi. Ricordiamoci delle "tigri di Arkan", tutti ultras dello stella rossa di belgrado, se non erro, e quanto in certi ambienti ultras europei peschi l'estremismo xenofobo e razzista.

Del resto la faccia nera della medaglia calcio è quella per cui non si è solo tifosi della propria squadra/campanile/tribù, ma si è anche avversari della squadra/campanile/tribù altrui, agendo quindi come un collante fideistico, para-religioso, certo non razionale, per veicolare purtroppo anche molta della violenza repressa che circola. Ed è innegabile, vedendo i quotidiani fatti di cronaca che vertono sulle manifestazioni dei cosiddetti "tifosi". Chi sarebbe contento di dividere un treno con un centinaio di ultras ?

Tutto questo, per me, dovrebbe esigere che le persone sane, quelle che possono coltivare un pacato interesse nello sport, se ne allontanino, contribuendo altrimenti a legittimare certi comportamenti deteriori e fornendo l'acqua nella quale nuotano certi pesci orribili che con lo sport, con il calcio e con la leale competizione niente hanno a che fare. Not in my name, insomma.

venerdì 28 maggio 2010

Idoli del giorno d'oggi

Alla tenera età di 42 anni, causa una caduta in casa, il simpatico Arnold, caro amico di tanti pomeriggi, è morto. Ma chi se ne frega. E invece tanta gente, su Facebook, commenta. Sentitamente, con trasporto. Un piccolo florilegio :

Giampaolo Lanzoni -Che state dicendo, amici di Willis? :(
Anna Irene - Mi dispiace, mi sembrava quasi di conoscerlo...
Alberto Lanni - arrivederci....vecchio amico di pomeriggi e merende!!!
Henry Biagio Chinaski - ADDIO ARNOLD!!!!


Eh, si, tante ore passate a rincoglionirsi alla tv, il pomeriggio, invece di USCIRE di casa e respirare, per la miseria ! no, era un fratello, era uno di noi.

Ma andiamo avanti.

Gigliola Silvetti -se penso che aveva gli stessi anni miei...mi dispiace tantissimo.Ho visto la serie tv da piccola era divertentissimo!!!!!!

Era divertentissimo. Era di una banalità orrenda. Con le risate registrate.
Il negretto buffo, il nano bagonghi, la scimmietta simpatica. Orrore.

Irene del Prato - nooooooooooooooooo

Sintetica, la negazione stupefatta del lutto.

Antonio Carbone - Che cavolo stai dicendo Repubblica!!!

L'ennesimo originalone che cita, rivisitandolo, il tormentone.

Paolo Miele - pikkiava la moglie

Ecco, questo dev'essere un giornalista de Il Giornale, in incognito.

Daniela David - un altro pezzetto della mia gioventù che mi lascia....Addio Arnold!

Ammazza che gioventù di merda...

Ma la prossima è il massimo :

Cava Alessandra - ce so cresciuta

Bastarda ! te ci sei cresciuta, ma lui no ! era un nano, stronza !!

Daniela Amoretti - poverino, già non aveva avuto una vita serena....

E' arrivata la biografa, pietosa. Se aveva avuto una vita del cazzo, meglio se è schiattato, no ?

Edvige Vinci - nooooooooooooo

Dev'essere parente dell'altra attonita di prima.

Rosario Parisi - un'altra icona degli anni 80 ci lascia.ADDIO ARNOLD

Ecco, il sociologo. E jellatore, pure.Parecchie icone degli anni 80, dopo averlo letto, si stanno vertiginosamente toccando i coglioni. Anche qualcuna degli anni '90.

Annarosa Sanchi - Avevo sentito mentre tornavo a casa la notizia del suo ricovero per la caduta e apprendere la notizia della sua morte..........nooooooo!!!!
Lieve gli sia la terra :-((((


Ma su che radio si sintonizzano, questi ?

Luca Mastrodonato - RIP GOD BLESS U

Questo dev'essersi fatto un w-end a Londra con la Ryanair e spiccica du' parole de angrese.

Giuseppe Mastro - mi dispiace davvero..era diventato come un fratello..

Alla faccia, ma che famiglie ci sono in giro ?

Francesca Ferdeghini - ma avete visto come si era ridotto negli ultimi anni? L'ennessima baby star della nostra infanzia dimenticata dallo show business e finita male: triste, davvero tutto molto triste..

Ah, che società cattiva, dimentica così le baby star...

Wjlli Baciarelli - Anche se il suo tormentone mi ha causato tante prese in giro mi dispiace veramente.Ciao Arnold.

Questo l'hanno chiamato willy. E nemmeno scritto bene. E giustamente lo pigliavano per il culo, a scuola. Non mi stupirei in caso di deriva parricida.

Aurora Colella - era veramente divertentissimo!!

E alvaro vitali allora chi era, Toto' ?

Rosaria Febbraro - Mi ha fatto compagnia per tanti pomeriggi chiusa in casa a studiare.

Porella, chiusa segregata in casa, a studiare con la tv accesa sintonizzata su Arnold. Quand'è uscita, il primo disgraziato che passava se l'è sdrucinato.

Insomma,quando c'è da sparare una cazzata, da applaudire una bara che esce di chiesa, si forma subito la fila.

Mai più senza

Le file per comprare l'iPad. Tutti a correre. Il momento dell'acquisto come evento sacrale. Il neocatecumeno si inginocchia davanti alla cassa, passa l'ostia col chip e se ne va con il corpo di cristo in saccoccia, batterie escluse.

Il paese dei balocchi. Col gatto, la volpe, lucignolo.
La fatina dai capelli turchini. E non ci facciamo mancare nemmeno i grillini parlanti.

Il rincoglionimento wireless. E l'orchestrina suona. La barca è stata rimessa sulla giusta rotta. Di collisione

domenica 16 maggio 2010

Zulu Dawn

A breve comincerà il campionato del mondo di calcio, e polarizzerà su di sè l'attenzione di tutti. Sarà forse slegato dalle polemiche nostrane, dai tafferugli mediatici, dalle ripicche delle opposte tifoserie, tutti pronti a sparare sull'allenatore invocando rose diverse e lamentandosi di esclusioni incomprensibili. Il calcio, e lo sport in genere, è diventato la vera arma di distrazione di massa.

Tralascio le spiegazioni antropologiche (leggere "la tribù del calcio" di Desmond Morris è utile) per concentrarmi su quello che una volta era uno sport, il calcio, sicuramente seguito e popolare, sopratutto in quanto giocato da molti.

Già di per sè lo sport, inteso ed esteso come è oggi, è una invenzione relativamente recente. Dopo aver avuto una fase di sviluppo normale (quella che oggi è reiteratamente ricordata come fase eroica, e che serve a coprire con l'aura romantica tanti fattacci e storture) il calcio è diventato solamente business e consenso. Il discorso non si limita al solo calcio, basti pensare al ciclismo.

Solo pochi giorni fa, in occasione del gito d'Italia, battevano tutti la grancassa elegiaca delle strade ripercorse dagli "eroi" (avere un ciclista come eroe la dice lunga...)Coppi e Girardengo, imbellettando uno sport ad altissima densità di doping.

Nel nostro paese più che in altri il calcio ha poi assunto una valenza politica. Bata ricordardi l'inizio politico di SB (la discesa in campo, l'aver mutuato il linguaggio sportivo come grimaldello comunicativo, azione efficacissima in questo paese, quanto delirante se fatta in altri). Oramai permea ogni minuto massmediatico, non passa mezzora che qualcuno ne parli, è stato analizzata ogni azione, ogni polpaccio, ogni retroscena. E come un bel giocattolo, che ha in sè quel tanto di mistero che ci permette di fargli interpretare mille storie, una volta che lo si è aperto ed analizzato, ha perso gran parte del suo fascino.

Resiste e si rinnova perchè è un fenomeno frattale, iterativo, come nuvole sempre diverse ma sempre uguali, e se ne può discutere all'infinito senza mai arrivare da nessuna parte. L'indeterminatezza congenita ne fa l'argomento principe da affrontare.

Chi lo difende dice che è seguito in tutto il mondo, che milioni di persone si appassionano e mobilitano. Il fatto che sia così non è che lo doti, tuttavia, di intrinseche qualità. La dice lunga, a mio avviso, di quanto l'umanità abbia bisogno di essere distratta e di avere il tempo libero riempito da qualcosa, non avendo risorse mentali o interessi pratici per farlo autonomamente o individualmente. O in altri casi di quanto serva a fare da contraltare a situazioni di miseria, di disagio, di sottosviluppo.

Le implicazioni politiche sono abbastanza agghiaccianti, pasti pensare alle tigri di Arkan, tutti ultras dello stella rossa di belgrado, se non erro, e quanto in certi ambienti ultras europei peschi l'estremismo xenofobo e razzista.

Del resto la faccia nera della medaglia calcio è quella per cui non si è solo tifosi della propria squadra/campanile/tribù, ma si è anche avversari della squadra/campanile/tribù altrui, agendo quindi come un collante fideistico, para-religioso, certo non razionale, per veicolare purtroppo anche molta della violenza repressa che circola. Ed è innegabile, vedendo i quotidiani fatti di cronaca che vertono sulle manifestazioni dei cosiddetti "tifosi".

Tutto questo, per me, dovrebbe esigere che le persone sane, quelle che possono coltivare un pacato interesse nello sport, se ne allontanino, contribuendo altrimenti a legittimare certi comportamenti deteriori e fornendo l'acqua nella quale nuotano certi pesci orribili che con lo sport, con il calcio e con la leale competizione niente hanno a che fare. Not in my name, insomma.

Ma tanto tra poco tutte le possibili obiezioni saranno soffocate dal suono atroce delle trombette Vuvuzelas, o come si chiamano, e anche quelli a cui proprio non gliene fotte una minchia, come me, saranno purtroppo circondati da questa immane rottura.

sabato 1 maggio 2010

I due volti della destra

Seguo spesso su Repubblica on line il blog del direttore, Vittorio Zucconi. Tra l'altro sono anche iscritto al gruppo omonimo, Tempo Reale, su Facebook. E' frequentato da delle belle persone, il blog, alcuni con un talento notevole nella dialettica o nella esposizione. Poi ce ne sono di combattivi, di arroganti, di ironici. Ma in genere delle belle teste pensanti.

Non volendosi far mancare nulla, fan parte della truppa anche alcuni non omologati al mainstream progressista del blog. Uno che si rifà ad una chiamiamola visione del mondo leghista ed un altro che fa il sarcastico qualunque, non apportando alla discussione altro se non spunti per solenni incazzature, viste le banali ovvietà offensive che riesce ad inanellare con quel pavido sarcasmo tipico, che so, dell'onorevole Castelli, non so se avete presente, quello col sorrisino beffardo eternamente stampato su quella ghigna da tartaruga carnivora che si ritrova.

Bene, oltre ad altri troll disturbatori che tentano di fomentare (e spesso ci riescono) delle sterili flame wars, questi due sono i più assidui molestatori,no, hemm, frequentatori. E rispondono a delineare quelle che sono sostanzialmente le due anime e le due facce di questa nostra destra raffazzonata.

Le ultime perle con le quali ci hanno deliziato sono queste due : il leghista, a fronte degli impicci del rompicoglioni Scajola ha affermato che è normale i politici rubino, che l'importante è che facciano qualcosa per il paese, e che questo prevalga sul rubare, e che comunque le leggi ci sono, se li beccano fa parte del gioco.

L'altro, invece, che per inciso faceva l'avvocato... si è sdato in un panegirico della legge del più forte. Cito testualmente : "il potere corrompe, è nella natura dell’uomo prevaricare i suoi simili e pensare solo al proprio tornaconto. i puri e gli onesti trionferanno nel regno dei cieli ma su questa terra sono destinati a soccombere. tutto il resto è vuota retorica e buonismo da quattro soldi"

A questo punto mi vengono in mente alcune considerazioni.

Elogiare la legge del più forte, in linea teorica, pur appartenendo a quella schiera di persone che di fronte al prevalere inarrestabile delle forze economiche e demografiche altrui chiede a gran voce d'essere protetto significa esercitare un lampante ricorso alla contraddizione.

E' uno strabismo che porta ad essere prepotente coi deboli e frignone coi forti. Molto italiano, molto borghese, molto vigliacco. Un punto di vista bislacco, se espresso da chi, esercitando remunerativamente il mestiere di avvocato, proprio dalla costruzione giuridica ha tratto sostentamento.

Ubi societas ibi Ius, ti dicono dal primo giorno di università. E dov'è lo Ius nella legge della jungla ? E' la società che, proprio per mettersi al riparo dalla arbitrarietà e volubilità dei rapporti di forza, crea uno Ius a tutela degli equilibri e dei diritti.

Altrimenti daremmo il via ad una societas mafiosa, dove l'abiura del diritto porta ora al predominio del clan più forte, ora alla sua eliminazione. Causando così un totale scollamento tra gli interessi, caduchi e mutevoli, di una simil classe dirigente e le persone che, magari criminalmente, comunqe amministrano.

Per fare un esempio, al boss non interessa nulla del contesto in cui vive, per cui fuori dal suo cortile possono esserci le peggiori cose, non ha a cuore nemmeno di vivere in un ambiente collettivo tutelato. Perchè sa che il diritto che esercita è soggetto ad una legge, appunto, slegata dall'interesse collettivo, ma espressione di soli rapporti di forza bruta.

Mi stupisco, quindi, che un frequentatore dei templi della giustizia si abbandoni con tanta semplicità ad un elogio della assenza si diritto. Me lo spiego solo con anni di pavida sopravvivenza rancorosa, di amarezza disincantata, di interiore aridità, forte oramai di una strenua difesa sarcastica di vuote ed esangui formali qualità di una borghesia in via di estinzione. Un vero snob. Ed è un buon rappresentante di una certa destra disillusa, che vive solo come opposizione e conservazione.

E poi ci sono i leghisti. Ma si, hanno ragione, aumm’ aumm’ , un po’ a me, un po’ a te, siamo un paese di cognati, diamoci una mano, tengo famiglia, rubo pochettino, ma faccio tanto tanto per il paese….

Reiteratamente nel blog è stato chiesto agli epigoni del partito del fare un MINIMO elenchino ino ino, uccio uccio delle grandi cose che ’sti cialtroni al potere da anni e anni (salvo breve parentesi prodiana, tanto per rimpinguare un po’ la cassa e dare modo ai successori di ritrovarsi nuovi fondi da dilapidare a amministrazioni catanesi in bancarotta ed amichi degli amichi, oltre a due palanche a presa di culo per social cards e incentivi per l’acquisto del mitico Evinrude) con maggioranze bulgare, bravissimi a legiferare per levarsi castagne dal fuoco e inghippi giudiziali causa cattivacci giudici giacobini e bolscevichi e anche un pò giudei, perchè no… ma NIENTE, han solo recitato i polverosi mantra delle solite puttanate di nettezza a napoli, autostrada pedemontana, passante di mestre e amenità varie.

Roba da mettersi a ridere, non fosse tragica, come l’inaugurazione della autostrada Catania Palermoo che è oggettivamente una bufala totale !!

Beh, niente, non ci riescono. Vengono avvelenati, derubati, gli alzano le tasse, strangolano ogni settore dalla scuola la sanità la cultura tutto e non gliene frega niente ! Basta che tengano lontani i negri (lontani, ma non troppo, chè a raccattare pomodori van benissimo) e i comunistacci, bestie che oramai anche il WWF dispera di rivedere in giro, estintisi non meno di 30 anni fa. Resta Beppe, un ex partigiano alla casa del popolo di Calenzano che, ebbro di Chianti Capezzana a volte millanta il possesso di un carro armato nel fienile, pronto da scagliare contro il nemico di classe. Ma, poverino, è solo un vecchio rincoglionito col pannolone e badante peruviana.

Sicchè ci si aspetta ancora una pur minima ragione sostanziale e ragionata per votare questa banda di trafficoni, tagliagole, cialtroni arruffoni populisti e dediti alle mignotte.

Aaaah !! già !! il federalismo…!

Il federalismo, la più grossa e lunga supercazzola che si fanno raccontare da anni, bellissima, un sarchiapone longevo e meraviglioso.

Che dire, bravi, bravi, continuate così, ma evidentemente gli piace tanto essere presi per il culo. Alle prime frizza e duole, ma alla lunga ci si abitua e piace anche, evidentemente.

martedì 27 aprile 2010

Soluzioni per l'uso

Sempre in merito alle recenti proposte circa imparare l'italiano e l'obbligo ad usare insegne in italiano o in dialetto, c'è da dire una cosa.

Le proposte leghiste sono , nella sostanza oggettiva, dei ballon d'essai buoni per esaltare gli avvinazzati in qualche balera padana,e poco più. Spostano ogni volta un millimetro più avanti il limite dell'osceno, e distraggono dalle questioni reali.

Ripensavo a Vendola, l'altra sera da Fazio. Gran bei discorsi, molto condivisibili. Complessi, e quindi fuori portata per una bella fetta di persone, quelle mononeuronate che esistono tramite rete4 e realities vari. Si sentiva che nelle cose che dice ci crede, ha passione, lucidità, carisma. Ma mancava un passettino finale.

Il COME.

Come fare a contrastare culturalmente la deriva populista, come non solo far tornare la questione della poverà al centro del discorso, ma come risolverla, questa povertà.

Non vedo da nessuna parte, bloccati dalla nostra ininfluenza economica, alcuna via d'uscita ai problemi oramai macroeconomici che ci schiacciano.
Ed è qui, che la lega ha trovato, anche con queste bojate da ritrovo di ex alunni bergamaschi, un escamotage notevole. Propone delle soluzioni. Non importa quanto astruse, demenziali, irrilevanti, inapplicabili, razziste, xenofobe, oscene. Ma sono soluzioni.

Come fu, ai tempi, una soluzione indicare nel perfido giudeo, Der Susse Jude, il colpevole primario di ogni devastazione. Con quello che ne seguì.
Sempre di più bisogna convincersi della intrinseca natura nazista della lega, intendo letteralmente, nazional-socialista.

venerdì 23 aprile 2010

Al Paradiso Della Brugola

Visto che a dire e ridire boiate ci si diverte sempre, una deputata leghista ha proposto un emendamento alla nuova legge sugli incentivi. Se uno straniero vuole aprire un negozio deve fare un test di italiano. Alla faccia della semplificazione, cui è oltretutto preposto un suo compagno di partito. E si fanno anche chiamare liberisti, 'sti cialtroni. Chiede anche che le insegne siano scritte solo in dialetto locale o in una delle lingue comunitarie.

Ecco, la regola delle insegne in buon vecchio italiano è condivisibile al 100%. Non vorrei mai che orribili dialetti swahili o pittogrammi assurdi rovinassero il panorama italico.

Mica vorremo rinunciare a :

Strapizzami, C’è Pizz@ per Te, Bau Bau Micio Micio Toelettatura, Zampette Pulite Toelette per Cani, Planet Sedia, Occhial House, Scarpe Diem Calzature, La Cacioteca, Ristorante 44 Piatti, Per Sempre Mobili, La Ciabattoteca, Bar Lume, La Mangiotteria, Bar Bera, Gelateria Leccolandia, Fame Chimica Fast Food, Centro Estetico "Il Brutto Anatroccolo", La Panizzeria, La Merenderia, Excalibar … e via andare.
(grazie a bottegheoscure.splinder.com)

Il Balcone Maltese

Pressato anche in Vaticalia dalle note vicende pedofile, il paparazzo è sfuggito alla nube della perfida Islanda, terra di troll e diavoli artici, rifugiandosi nelle calde braccia della morbida Malta. Isoletta priva di senso, non fosse per i cavalieri omonimi, i cagnetti antipatici ed il fatto che, col 93% di praticanti cattolici, pare d'essere in Italia 40 anni fa, solo che parlano inglese.

Si è così rinfrancato coi maltosi inneggiando all'unità della famiglia, riscuotendo successo e ovazioni, dato che quel paese ancora oggi vieta sia l'aborto, evabè, sia il divorzio, cosa che noi cavernicoli ci siamo levati da ben 36 anni !

Dev'essere stato molto rinfrancante vedersi circondato da folle osannanti afflitte, evidentemente, da una arretratezza insulare, almeno per quanto riguarda alcuni elementari diritti civili.

La dice lunga, la cosa, su come i pretonzoli affrontano la situazione. Falangi armate di stolido nonsenso da una parte dicono esserci un complotto giudaico (!)
dall'altra sviano il discorso azzardando paralleli tra omosessualità e pedofilia che nemmeno Peter Kolosimo in pieno trip da piramide Azteca si sognerebbe di fare. Quando ormai la slavina è mondiale e da ogni refettorio, doposcuola, oratorio, corso di catechismo escono storie di sottanoni dalla mano lunga e dalla fava ritta, serviva una coreografia festante per controbilanciare la deriva sputtanante.

Cosa di meglio della piccola Malta, così proterva e isolata, per trovare una audience ben disposta ? Questo serve per far girare delle belle cartoline di bandierine bianche e gialle, testimonianza del fatto che beh, insomma, si, qualcuno ce lo saremo inchiappettato anche, ma dai siamo sempre mamma ecclesia, fari nella notte di un relativismo fariseo, unica luce di saggezza e speranza.

Vederli andare in giro con quei cappelloni e quei vestiti che nemmeno la più scatenata delle drag queens di San Francisco oserebbe mettersi, predicando che sia Malta (Malta! quegli stronzi che per primi i barconi di disperati hanno ricacciato indietro, in bocca a morte certa) sia da esempio alla secolarizzata europa
mi ha fatto un brutto effetto, da una parte, dall'altra mi ha dato l'idea che si sentano un pò circondati e che stiano annaspando alla ricerca di qualsiasi elemento possa trarli fuori dal guano.

Non so come andrà a finire, non penso che ci saranno ripercussioni sostanziali, ma certo tutto questo spero che servirà nel futuro che, in caso di fatti analoghi, certi insabbiamenti e certi comportamenti omertosi e, sinceramente, criminali, da parte della chiesa cessino e che chi certe molestie le subirà si senta più libero di far valere i propri diritti e di denunciare le violenze, senza il timore di non essere ascoltato.

mercoledì 14 aprile 2010

L'omo 'un fà i lombi, ma vive.

M'è venuto in mente il ricordo di quando, anni fa, incrociavo qualche macchina su cui era stato messo l'adesivo del "Granducato di Toscana". Erano tempi in cui di leghismo, di federalismo, di autonomie proprio non si parlava. C'erano solo le autonomie della Val d'Aosta, del Trentino e poco altro, caratterizzate da delle peculiarità sostanziali, fondamentalmente linguistiche.

Vedere queste macchinucce, spesso delle 127 o delle Alfasud, mai di lusso, girare con l'adesivo a me faceva una commossa tristezza, lo ammetto. Un po' come i canini con la testa che dondola, il cuscino all'uncinetto. Era una ruspante nostalgia fuori tempo, per passate glorie, come se l'aver avuto nei secoli i Medici o un Leonardo da Vinci fosse ereditario, genetico e non , com'è nella realtà, puramente casuale.

Piercoli e mambrucchi, quasi nessuno di Firenze, ma del contado, si fregiavano di simboli vuoti come l'adesivino rosso granducale o un gallo nero chiantigiano. Erano figli di un folklorismo di riflusso, pasciuto a sagre della porchetta e della ficattola, timidi e arroganti nello stesso tempo si beavano gli occhi cerulei di una passata grandezza, di Fiorenza forte ma dei loro nonni, mezzadri, aggiogati alla zolla, non avevano memoria.

Allignavano negli stand della Federcaccia, forti della pappardella al cinghiale innaffiata da un onesto chianti. Ma chi mai li avrebbe presi sul serio, butti stenti su piante rinsecchite cui erano appesi logori labari stinti e muffiti. Esibivano un fantasioso genius loci totalmente inesistente, pensavano di far coincidere l'orgoglio con la geografia; una geografia medievale nelle sue radici segaiole e campanilistiche, di borghi e casolari oramai svenduti a svizzeri e inglesi, ridotti ad essere ospiti e gitanti domenicali in un Chiantishire barattato per un bilocale a Novoli.

Chi mai avrebbe immaginato che una mentalità del genere sarebbe poi esplosa, nutrita dalla paura, dall'ignoranza, da un vuoto anche politico che non sapeva rispondere a crisi e bisogni. E chi immaginava che,seriamente, si sarebbero dovuti fare i conti con una banda di furbacchioni travestiti nel folklore un po' nazista che altro non vogliono che tutelare privilegi e cadreghe, coi danè nelle tasche svizzere, spaventati dai saraceni e dai mori. Chi mai avrebbe immaginato lo spalancarsi esteso di questa voragine culturale, di un abisso di ignoranza tale da generare questi mostri di cecità, di piccineria e di egoismo anche crudeli, inumani.

Averlo saputo, a quei bischeri con l'adesivo, gli avrei bucato le gomme.

giovedì 1 aprile 2010

Interceptor


Ad elezioni passate monta da tutte le parti il ritornello per cui il vincitore ultimo di questa tornata, la Lega, ha vinto perchè contrariamente alla sinistra ha saputo interpretare gli umori della gente ed è stata più presente.

Sono un po’ irritato, come un colon Luttaziano, a sentire questa solfa stantia.
Mi viene in mente un altro esempio di interpretazione umori, quando alla fine della repubblica di Weimar altri seppero farlo bene, dando una visione alla popolazione tedesca sconvolta da una crisi profonda, con xenofobia, razzismo, antisemitismo.

Finirono nei forni ebrei, zingari, oppositori politici, omosessuali. Col plauso del popolo, i cui umori furono così bene interpretati.

Il Cota, buon interprete piemontese, che non so se ci abbia fatto riferimento in campagna elettorale, come prime due cose ha fatto sapere : "basta gaypride e basta pillola RU486". Lo chiameranno Interceptor. Non bastava la xenofobia, ci mancava una pennellata di omofobia ed un tocco di clericalismo medievale.

Io comincerei a pensare che l’immigrazione non sia un problema. Io comincerei a ricordare quanto le città, senza immigrati, fossero comunque pericolose, nel passato. Comincerei a pensare che piaghe come droga e prostituzione esistano a prescindere dal colore della prostituta o dello spacciatore. Comincerei a fare mente locale che i fenomeni migratori datano dall’alba dei tempi e credo che ai neanderthal non facesse piacere vedersi le grotte occupate abusivamente da quei finocchioni dipinti dei cro magnon. Visto poi com’è finita per i neanderthal non avevano nemmeno tutti i torti.

Comincerei a pensare che, invece di arginare il mare con gli stuzzicadenti (operazione frustrante e inutile) sarebbe il caso di chiedere a chi ci amministra, e contribuire conseguentemente, alla miglior gestione di questi fenomeni.

Quando realisticamente si cerca di impostare un discorso su una convivenza costruttiva e pacifica, si viene immediatamente stravolti e distorto come se in realtà affermassimo : "ti voglio far accampare una banda di zingari ladri e stupratori in salotto. Ha Ha !".

Procedimento dialettico vecchio come il mondo. E che mostra tutta la filigrana della sua grossolanità.

Premessa : non si può arginare una migrazione, non si è mai potuto.

Questa è una migrazione. Disperati vengono da paesi dove si muore di fame e di guerra. Non sono paesi dove ci si lamenta per l'Ici o la disoccupazione. Si muore di FAME e di GUERRA. Non so se sia comprensibile.

Nota a margine. Ci si muore di fame e di guerra anche perchè, non solo ma anche, noi paesi occidentali per secoli abbiamo sfruttato e depauperizzato quei paesi, con politiche violente e colonialiste. E non penso che questa sia una affermazione discutibile. Anche oggi, del resto, lo sviluppo industriale occidentale sta devastando e desertificando proprio quei paesi. Cosa dovrebbero fare i più intelligenti ed intraprendenti ? Rimanere lì a morire ? Vengono qua. E fanno quello che han sempre fatto i migranti, partono dal basso.

Ed il basso è anche fare i lavori peggiori, peggio pagati. Il basso è anche cadere nelle mani della malavita. Come è successo a tutti, anche a noi italiani, quando siamo andati in America. Malavita, vorrei sottolineare, autoctona, tutta robetta del nostro sacco cristiano, che ben prima dell'arrivo di Abdul era radicata nel nostro paese. Ricordiamoci quanto le prime file delle processioni delle varie Sante Rosalie sono da sempre appalto delle nomenclature mafiose. E' cosa "nostra".

Succederà che poi pian piano questi "ultimi", anche sulla base delle loro dinamiche ulturali, si faranno piccola imprenditoria, poi borghesia, poi classe dirigente. E' sempre stato così. I cinesi sono avvantaggiati, per il tipo di cultura che hanno, e per la mentalità imprenditoriale che li distingue, più degli africani, per esempio.

L'errore , il disastro è chiudersi a riccio, pretendendo da questo solo i pro, senza voler pagare nessun dazio, credendo acriticamente a quelli che sbandierano radici culturali inventate di sana pianta al massimo 30 anni fa dalle pro-loco, sagre e sagrette intercambiabili, buone per mandare in giro il geometra del comune in calzamaglia bicolore.

Ma in realtà la nostra bella cultura vorrei proprio sapere dove stesse e quella poca ce la siamo barattata allegramente alla fine degli anni '40 per due dischi di rock and roll, una bottiglia di coca sgasata e un tavolo di fòrmica. Buttando al rogo, per esempio, quei bei mobili che ora paghiamo un occhio della testa dai rigattieri.

Altra bella cultura che non abbiamo esitato un secondo ad adottare per esempio è stata l'eroina, la cocaina. In quel caso le radici cristiane erano momentaneamente in ferie ? Quella droga che ha rincoglionito e bruciato intere generazioni, e proprio quella droga necessita della manovalanza degli ultimi. Ma gli utenti siamo noi, non loro.

Insomma, ci vuole coraggio, lucidità e onestà per capire i tempi in cui viviamo, ringhiare e chiudere gli occhi non servirà a niente. La mescolanza bisogna capire che non è una scelta. E’ un dato di fatto contro il quale non è possibile opporsi con successo. Sono secoli che le grandi città, da Bisanzio a New York, sono abitate da multicolori gruppi etnici, e sono millenni che l’attrito genera calore. Si insiste a voler rigettare l’ineluttabile. Ci mescoleremo; già venti o trenta anni fa il kebab che era normale a Parigi da noi era sconosciuto. Chi usa a fini propagandistici una normale diffidenza ed una naturale xenofobia, esaltandole, radicalizzandole, è un delinquente, un pazzo, un irresponsabile. Un Borghezio che urla contro quelli col turbante è, per una qualsiasi società, un mostro dalle mani lorde di sangue.

Non sono i soli, ad averle insanguinate. E' sotto gli occhi di tutti il sangue che scorre per gli attentati terroristici. Ma delle distinzioni si possono fare. Borghezio ed i suoi accoliti incitano all’odio ed alla violenza dal calduccio delle loro (aborrite!) poltrone romane, mentre una madre cecena qualche motivazione per essere incazzata ce l’ha, come pure un palestinese nato in un campo profughi e preso a pedate nel viso da sempre.Questo non vuol dire giustificare chicchessia, ma sarebbe sciocco non vedere delle differenze.

Ma ora, sull'onda di questo successo vedremo prendere sempre più piede questi atteggiamenti miopi, violenti, che non porteranno a niente di buono.