sabato 29 maggio 2010

po po popopo po pooo


Dopo averci spappolato le palle con campionati e coppe, ora comincia il World Wide Spappolament, la coppa del mondo. Non esistono più pause, ormai. 365 giorni all'anno, dove ti giri vedi moviole, tackle, commenti di omuncoli prossimi al coccolone,interviste a quarti di bue ce hanno l'indubbia dote di saper dare una direzione coerente ad una sfera elastica con uno dei loro piedi.

Il calcio, e lo sport in genere, è diventato la vera arma di distrazione di massa.
Tralascio le spiegazioni antropologiche (chi fosse interessato, legga "la tribù del calcio" di Desmond Morris; è utile) per concentrarmi su quello che una volta era uno sport, il calcio, sicuramente seguito e popolare, sopratutto in quanto giocato da molti.

Già di per sè lo sport, inteso ed esteso come è nei nostri giorni, è una invenzione relativamente recente. Dopo aver avuto una fase di sviluppo normale, quella che viene reiteratamente ricordata come fase eroica, e che serve a coprire con l'aura romantica tanti fattacci e storture, il calcio è diventato principalmente business e consenso. E il discorso non si limita al solo calcio, basti pensare al ciclismo. Solo ieri battevano tutti la grancassa elegiaca delle strade ripercorse dagli "eroi" (avere un ciclista come eroe la dice lunga...)Coppi e Girardengo, imbellettando uno sport ad altissima densità di doping.

Consenso politico. Bata ricordarsi l'inizio politico di SB (la discesa in campo, l'aver mutuato il linguaggio sportivo come grimaldello comunicativo, azione efficacissima in questo paese, delirante in altri). Oramai permea ogni minuto massmediatico, non passa mezzora che qualcuno ne parli, è stato analizzata ogni azione, ogni polpaccio, ogni retroscena. E come un bel giocattolo, che ha in sè quel tanto di mistero che ci permette di fargli interpretare mille storie, una volta che lo si è aperto ed analizzato, ha perso gran parte del suo fascino.

Resiste e si rinnova perchè è un fenomeno frattale, iterativo, come nuvole sempre diverse ma sempre uguali, o se ne può discutere all'infinito senza mai arrivare da nessuna parte. L'indeterminatezza congenita ne fa l'argomento principe da affrontare.

Viene difeso, il fenomeno, affermando che è diffusissimo, dando a questa diffuzione una intrinseca qualità positiva. Cosa tutta da dimostrare. Pure la droga, è diffusissima, l'alcool, la prostituzione. Embè ? La dice lunga, a mio avviso, di quanto l'umanità abbia bisogno di essere distratta e di avere il tempo libero riempito da qualcosa, non avendo risorse mentali o interessi pratici per farlo autonomamente o individualmente.

La politica e il calcio, due elementi dirompenti che se mescolati possono portare a prodotti esplosivi. Ricordiamoci delle "tigri di Arkan", tutti ultras dello stella rossa di belgrado, se non erro, e quanto in certi ambienti ultras europei peschi l'estremismo xenofobo e razzista.

Del resto la faccia nera della medaglia calcio è quella per cui non si è solo tifosi della propria squadra/campanile/tribù, ma si è anche avversari della squadra/campanile/tribù altrui, agendo quindi come un collante fideistico, para-religioso, certo non razionale, per veicolare purtroppo anche molta della violenza repressa che circola. Ed è innegabile, vedendo i quotidiani fatti di cronaca che vertono sulle manifestazioni dei cosiddetti "tifosi". Chi sarebbe contento di dividere un treno con un centinaio di ultras ?

Tutto questo, per me, dovrebbe esigere che le persone sane, quelle che possono coltivare un pacato interesse nello sport, se ne allontanino, contribuendo altrimenti a legittimare certi comportamenti deteriori e fornendo l'acqua nella quale nuotano certi pesci orribili che con lo sport, con il calcio e con la leale competizione niente hanno a che fare. Not in my name, insomma.

venerdì 28 maggio 2010

Idoli del giorno d'oggi

Alla tenera età di 42 anni, causa una caduta in casa, il simpatico Arnold, caro amico di tanti pomeriggi, è morto. Ma chi se ne frega. E invece tanta gente, su Facebook, commenta. Sentitamente, con trasporto. Un piccolo florilegio :

Giampaolo Lanzoni -Che state dicendo, amici di Willis? :(
Anna Irene - Mi dispiace, mi sembrava quasi di conoscerlo...
Alberto Lanni - arrivederci....vecchio amico di pomeriggi e merende!!!
Henry Biagio Chinaski - ADDIO ARNOLD!!!!


Eh, si, tante ore passate a rincoglionirsi alla tv, il pomeriggio, invece di USCIRE di casa e respirare, per la miseria ! no, era un fratello, era uno di noi.

Ma andiamo avanti.

Gigliola Silvetti -se penso che aveva gli stessi anni miei...mi dispiace tantissimo.Ho visto la serie tv da piccola era divertentissimo!!!!!!

Era divertentissimo. Era di una banalità orrenda. Con le risate registrate.
Il negretto buffo, il nano bagonghi, la scimmietta simpatica. Orrore.

Irene del Prato - nooooooooooooooooo

Sintetica, la negazione stupefatta del lutto.

Antonio Carbone - Che cavolo stai dicendo Repubblica!!!

L'ennesimo originalone che cita, rivisitandolo, il tormentone.

Paolo Miele - pikkiava la moglie

Ecco, questo dev'essere un giornalista de Il Giornale, in incognito.

Daniela David - un altro pezzetto della mia gioventù che mi lascia....Addio Arnold!

Ammazza che gioventù di merda...

Ma la prossima è il massimo :

Cava Alessandra - ce so cresciuta

Bastarda ! te ci sei cresciuta, ma lui no ! era un nano, stronza !!

Daniela Amoretti - poverino, già non aveva avuto una vita serena....

E' arrivata la biografa, pietosa. Se aveva avuto una vita del cazzo, meglio se è schiattato, no ?

Edvige Vinci - nooooooooooooo

Dev'essere parente dell'altra attonita di prima.

Rosario Parisi - un'altra icona degli anni 80 ci lascia.ADDIO ARNOLD

Ecco, il sociologo. E jellatore, pure.Parecchie icone degli anni 80, dopo averlo letto, si stanno vertiginosamente toccando i coglioni. Anche qualcuna degli anni '90.

Annarosa Sanchi - Avevo sentito mentre tornavo a casa la notizia del suo ricovero per la caduta e apprendere la notizia della sua morte..........nooooooo!!!!
Lieve gli sia la terra :-((((


Ma su che radio si sintonizzano, questi ?

Luca Mastrodonato - RIP GOD BLESS U

Questo dev'essersi fatto un w-end a Londra con la Ryanair e spiccica du' parole de angrese.

Giuseppe Mastro - mi dispiace davvero..era diventato come un fratello..

Alla faccia, ma che famiglie ci sono in giro ?

Francesca Ferdeghini - ma avete visto come si era ridotto negli ultimi anni? L'ennessima baby star della nostra infanzia dimenticata dallo show business e finita male: triste, davvero tutto molto triste..

Ah, che società cattiva, dimentica così le baby star...

Wjlli Baciarelli - Anche se il suo tormentone mi ha causato tante prese in giro mi dispiace veramente.Ciao Arnold.

Questo l'hanno chiamato willy. E nemmeno scritto bene. E giustamente lo pigliavano per il culo, a scuola. Non mi stupirei in caso di deriva parricida.

Aurora Colella - era veramente divertentissimo!!

E alvaro vitali allora chi era, Toto' ?

Rosaria Febbraro - Mi ha fatto compagnia per tanti pomeriggi chiusa in casa a studiare.

Porella, chiusa segregata in casa, a studiare con la tv accesa sintonizzata su Arnold. Quand'è uscita, il primo disgraziato che passava se l'è sdrucinato.

Insomma,quando c'è da sparare una cazzata, da applaudire una bara che esce di chiesa, si forma subito la fila.

Mai più senza

Le file per comprare l'iPad. Tutti a correre. Il momento dell'acquisto come evento sacrale. Il neocatecumeno si inginocchia davanti alla cassa, passa l'ostia col chip e se ne va con il corpo di cristo in saccoccia, batterie escluse.

Il paese dei balocchi. Col gatto, la volpe, lucignolo.
La fatina dai capelli turchini. E non ci facciamo mancare nemmeno i grillini parlanti.

Il rincoglionimento wireless. E l'orchestrina suona. La barca è stata rimessa sulla giusta rotta. Di collisione

domenica 16 maggio 2010

Zulu Dawn

A breve comincerà il campionato del mondo di calcio, e polarizzerà su di sè l'attenzione di tutti. Sarà forse slegato dalle polemiche nostrane, dai tafferugli mediatici, dalle ripicche delle opposte tifoserie, tutti pronti a sparare sull'allenatore invocando rose diverse e lamentandosi di esclusioni incomprensibili. Il calcio, e lo sport in genere, è diventato la vera arma di distrazione di massa.

Tralascio le spiegazioni antropologiche (leggere "la tribù del calcio" di Desmond Morris è utile) per concentrarmi su quello che una volta era uno sport, il calcio, sicuramente seguito e popolare, sopratutto in quanto giocato da molti.

Già di per sè lo sport, inteso ed esteso come è oggi, è una invenzione relativamente recente. Dopo aver avuto una fase di sviluppo normale (quella che oggi è reiteratamente ricordata come fase eroica, e che serve a coprire con l'aura romantica tanti fattacci e storture) il calcio è diventato solamente business e consenso. Il discorso non si limita al solo calcio, basti pensare al ciclismo.

Solo pochi giorni fa, in occasione del gito d'Italia, battevano tutti la grancassa elegiaca delle strade ripercorse dagli "eroi" (avere un ciclista come eroe la dice lunga...)Coppi e Girardengo, imbellettando uno sport ad altissima densità di doping.

Nel nostro paese più che in altri il calcio ha poi assunto una valenza politica. Bata ricordardi l'inizio politico di SB (la discesa in campo, l'aver mutuato il linguaggio sportivo come grimaldello comunicativo, azione efficacissima in questo paese, quanto delirante se fatta in altri). Oramai permea ogni minuto massmediatico, non passa mezzora che qualcuno ne parli, è stato analizzata ogni azione, ogni polpaccio, ogni retroscena. E come un bel giocattolo, che ha in sè quel tanto di mistero che ci permette di fargli interpretare mille storie, una volta che lo si è aperto ed analizzato, ha perso gran parte del suo fascino.

Resiste e si rinnova perchè è un fenomeno frattale, iterativo, come nuvole sempre diverse ma sempre uguali, e se ne può discutere all'infinito senza mai arrivare da nessuna parte. L'indeterminatezza congenita ne fa l'argomento principe da affrontare.

Chi lo difende dice che è seguito in tutto il mondo, che milioni di persone si appassionano e mobilitano. Il fatto che sia così non è che lo doti, tuttavia, di intrinseche qualità. La dice lunga, a mio avviso, di quanto l'umanità abbia bisogno di essere distratta e di avere il tempo libero riempito da qualcosa, non avendo risorse mentali o interessi pratici per farlo autonomamente o individualmente. O in altri casi di quanto serva a fare da contraltare a situazioni di miseria, di disagio, di sottosviluppo.

Le implicazioni politiche sono abbastanza agghiaccianti, pasti pensare alle tigri di Arkan, tutti ultras dello stella rossa di belgrado, se non erro, e quanto in certi ambienti ultras europei peschi l'estremismo xenofobo e razzista.

Del resto la faccia nera della medaglia calcio è quella per cui non si è solo tifosi della propria squadra/campanile/tribù, ma si è anche avversari della squadra/campanile/tribù altrui, agendo quindi come un collante fideistico, para-religioso, certo non razionale, per veicolare purtroppo anche molta della violenza repressa che circola. Ed è innegabile, vedendo i quotidiani fatti di cronaca che vertono sulle manifestazioni dei cosiddetti "tifosi".

Tutto questo, per me, dovrebbe esigere che le persone sane, quelle che possono coltivare un pacato interesse nello sport, se ne allontanino, contribuendo altrimenti a legittimare certi comportamenti deteriori e fornendo l'acqua nella quale nuotano certi pesci orribili che con lo sport, con il calcio e con la leale competizione niente hanno a che fare. Not in my name, insomma.

Ma tanto tra poco tutte le possibili obiezioni saranno soffocate dal suono atroce delle trombette Vuvuzelas, o come si chiamano, e anche quelli a cui proprio non gliene fotte una minchia, come me, saranno purtroppo circondati da questa immane rottura.

sabato 1 maggio 2010

I due volti della destra

Seguo spesso su Repubblica on line il blog del direttore, Vittorio Zucconi. Tra l'altro sono anche iscritto al gruppo omonimo, Tempo Reale, su Facebook. E' frequentato da delle belle persone, il blog, alcuni con un talento notevole nella dialettica o nella esposizione. Poi ce ne sono di combattivi, di arroganti, di ironici. Ma in genere delle belle teste pensanti.

Non volendosi far mancare nulla, fan parte della truppa anche alcuni non omologati al mainstream progressista del blog. Uno che si rifà ad una chiamiamola visione del mondo leghista ed un altro che fa il sarcastico qualunque, non apportando alla discussione altro se non spunti per solenni incazzature, viste le banali ovvietà offensive che riesce ad inanellare con quel pavido sarcasmo tipico, che so, dell'onorevole Castelli, non so se avete presente, quello col sorrisino beffardo eternamente stampato su quella ghigna da tartaruga carnivora che si ritrova.

Bene, oltre ad altri troll disturbatori che tentano di fomentare (e spesso ci riescono) delle sterili flame wars, questi due sono i più assidui molestatori,no, hemm, frequentatori. E rispondono a delineare quelle che sono sostanzialmente le due anime e le due facce di questa nostra destra raffazzonata.

Le ultime perle con le quali ci hanno deliziato sono queste due : il leghista, a fronte degli impicci del rompicoglioni Scajola ha affermato che è normale i politici rubino, che l'importante è che facciano qualcosa per il paese, e che questo prevalga sul rubare, e che comunque le leggi ci sono, se li beccano fa parte del gioco.

L'altro, invece, che per inciso faceva l'avvocato... si è sdato in un panegirico della legge del più forte. Cito testualmente : "il potere corrompe, è nella natura dell’uomo prevaricare i suoi simili e pensare solo al proprio tornaconto. i puri e gli onesti trionferanno nel regno dei cieli ma su questa terra sono destinati a soccombere. tutto il resto è vuota retorica e buonismo da quattro soldi"

A questo punto mi vengono in mente alcune considerazioni.

Elogiare la legge del più forte, in linea teorica, pur appartenendo a quella schiera di persone che di fronte al prevalere inarrestabile delle forze economiche e demografiche altrui chiede a gran voce d'essere protetto significa esercitare un lampante ricorso alla contraddizione.

E' uno strabismo che porta ad essere prepotente coi deboli e frignone coi forti. Molto italiano, molto borghese, molto vigliacco. Un punto di vista bislacco, se espresso da chi, esercitando remunerativamente il mestiere di avvocato, proprio dalla costruzione giuridica ha tratto sostentamento.

Ubi societas ibi Ius, ti dicono dal primo giorno di università. E dov'è lo Ius nella legge della jungla ? E' la società che, proprio per mettersi al riparo dalla arbitrarietà e volubilità dei rapporti di forza, crea uno Ius a tutela degli equilibri e dei diritti.

Altrimenti daremmo il via ad una societas mafiosa, dove l'abiura del diritto porta ora al predominio del clan più forte, ora alla sua eliminazione. Causando così un totale scollamento tra gli interessi, caduchi e mutevoli, di una simil classe dirigente e le persone che, magari criminalmente, comunqe amministrano.

Per fare un esempio, al boss non interessa nulla del contesto in cui vive, per cui fuori dal suo cortile possono esserci le peggiori cose, non ha a cuore nemmeno di vivere in un ambiente collettivo tutelato. Perchè sa che il diritto che esercita è soggetto ad una legge, appunto, slegata dall'interesse collettivo, ma espressione di soli rapporti di forza bruta.

Mi stupisco, quindi, che un frequentatore dei templi della giustizia si abbandoni con tanta semplicità ad un elogio della assenza si diritto. Me lo spiego solo con anni di pavida sopravvivenza rancorosa, di amarezza disincantata, di interiore aridità, forte oramai di una strenua difesa sarcastica di vuote ed esangui formali qualità di una borghesia in via di estinzione. Un vero snob. Ed è un buon rappresentante di una certa destra disillusa, che vive solo come opposizione e conservazione.

E poi ci sono i leghisti. Ma si, hanno ragione, aumm’ aumm’ , un po’ a me, un po’ a te, siamo un paese di cognati, diamoci una mano, tengo famiglia, rubo pochettino, ma faccio tanto tanto per il paese….

Reiteratamente nel blog è stato chiesto agli epigoni del partito del fare un MINIMO elenchino ino ino, uccio uccio delle grandi cose che ’sti cialtroni al potere da anni e anni (salvo breve parentesi prodiana, tanto per rimpinguare un po’ la cassa e dare modo ai successori di ritrovarsi nuovi fondi da dilapidare a amministrazioni catanesi in bancarotta ed amichi degli amichi, oltre a due palanche a presa di culo per social cards e incentivi per l’acquisto del mitico Evinrude) con maggioranze bulgare, bravissimi a legiferare per levarsi castagne dal fuoco e inghippi giudiziali causa cattivacci giudici giacobini e bolscevichi e anche un pò giudei, perchè no… ma NIENTE, han solo recitato i polverosi mantra delle solite puttanate di nettezza a napoli, autostrada pedemontana, passante di mestre e amenità varie.

Roba da mettersi a ridere, non fosse tragica, come l’inaugurazione della autostrada Catania Palermoo che è oggettivamente una bufala totale !!

Beh, niente, non ci riescono. Vengono avvelenati, derubati, gli alzano le tasse, strangolano ogni settore dalla scuola la sanità la cultura tutto e non gliene frega niente ! Basta che tengano lontani i negri (lontani, ma non troppo, chè a raccattare pomodori van benissimo) e i comunistacci, bestie che oramai anche il WWF dispera di rivedere in giro, estintisi non meno di 30 anni fa. Resta Beppe, un ex partigiano alla casa del popolo di Calenzano che, ebbro di Chianti Capezzana a volte millanta il possesso di un carro armato nel fienile, pronto da scagliare contro il nemico di classe. Ma, poverino, è solo un vecchio rincoglionito col pannolone e badante peruviana.

Sicchè ci si aspetta ancora una pur minima ragione sostanziale e ragionata per votare questa banda di trafficoni, tagliagole, cialtroni arruffoni populisti e dediti alle mignotte.

Aaaah !! già !! il federalismo…!

Il federalismo, la più grossa e lunga supercazzola che si fanno raccontare da anni, bellissima, un sarchiapone longevo e meraviglioso.

Che dire, bravi, bravi, continuate così, ma evidentemente gli piace tanto essere presi per il culo. Alle prime frizza e duole, ma alla lunga ci si abitua e piace anche, evidentemente.