mercoledì 16 giugno 2010

El Owrence

L'altro giorno sono rimasto intrappolato per l'ennesima volta a vedere quel film fantastico che è Lawrence d'Arabia. E ho pensato per la prima volta che è un film spaventosamente, totalmente, smaccatamente omosessuale. Come tanti film apparentemente d'avventura. Tutti maschi, solo maschi. Nessuno spazio riservato alle donne. E non venitemi a dire che gli sguardi che intercorrono tra Omar Sharif e Peter O' Toole non sono torridi richiami di sesso. Ma c'è una scena che trovo fantastica, quando Lawrence torna indietro dal deserto, l'incudine del sole, con quello che si era perso. E Omar gli regala il vestito da sceriffo, tunica, turbante eccetera. Alchè lui piglia e parte sul cammello, concedendosi un civettuolo defilè (chè poi lo becca Anthony Queen e lo piglia magistralmente per il culo) da solo, tra le dune, specchiandosi nella jambya, il coltello ricurvo. Azzo, sembrava un pezzo di Priscilla, la regina del deserto. Bello, comunque, questo sotterraneo erotismo, bello Peter O' Toole, cazzo, solo per i suoi capelli potrei uccidere. Ecco, un film che, come altri, ogni volta che passa in tv non posso fare a meno di rivederlo. Con i tempi, i colori, i sudori, la polvere che ti penetra negli stivali. Il classico film che quando lo vedevi al cine, quando uscivi, ti aggiravi per le vie del centro chè nemmeno nella medina di Casablanca...

domenica 13 giugno 2010

Cattivo giornalismo

La cronaca : giorni fa è uscita la notizia di un supposto tentativo di rapimento di un bambino da parte di "zingari".

Questo è, in gran parte, l'articolo che si poteva trovare sul sito di Toscana Tv :
"Sono i genitori del bimbo che domenica scorsa a Prato tre rom hanno tentato di rapire prelevandolo dal terrazzo della sua abitazione posta al pian terreno di un grande palazzo in via Ariosto. E' solo grazie all'intervento del vicino di casa che il piccolo e' ancora li' tra le loro braccia. Lei pratese, lui di origine mauriziana. Entrambi non ancora ventenni. Da quel giorno la loro vita e' cambiata. La spensieratezza della giovane eta' e' stata spazzata via da un uomo con baffi e carnagione olivastra accompagnato da due donne con le trecce. Adesso la paura la fa da padrona e uscire significa guardarsi in continuazione alle spalle, temere una finestra aperta o non riuscire a distogliere lo sguardo dal proprio figlio che nonostante il suo anno e mezzo sembra aver capito il rischio che ha corso domenica. La coppia non ha visto i tre rom che dopo le urla del vicino di casa, sembrano essersi dileguati nel nulla. La rabbia e il pensiero di cio che sarebbe potuto succedere agitano i sogni di Lisa e Meshar che ora chiedono piu' controlli anche perche' la presenza di quei tre individui sul retro di un palazzo in una strada senza uscita, non era casuale e che nessuno parli di razzismo perche' oltre a essere fuori luogo, per una coppia mista come questa, e' anche assolutamente inappropriato. "

Un esempio perfetto di giornalismo fetente.
Ho evidenziato le frasi melodrammatiche, sulle quali svetta l'intuito disagio del bimbetto. Nonostante abbia solo un anno e mezzo. Certo, non sarà stata la reazione dei genitori, che immagino calma e composta(gente di diciannove anni che molla un bimbetto da solo in terrazza, oltretutto) a seguito del trauma.

Non entro nel merito, anche se va detto che la casistica di bambini rapiti da Rom o gitani in genere è inesistente, basta farsi un giro su Internet. L'unico caso, molto discusso, è quello di una ragazzina rom di 16 anni beccata in una casa con un bambino in braccio, a Napoli. Vedi caso che il campo nomadi della ragazza è stato dato alle fiamme, liberando un terreno molto appetitoso, su cui poi si è edificato. Vedi che strano. Ma a parte questo mai, nessun rapimento di bambini è certificato essere stato fatto da nomadi. Mai. Siamo sempre stati noi gentili, in tutte le epoche, a rapire i bambini delle popolazioni "deboli".

Il giornalista estensore è veramente uno squallido figuro che rimescola con toni retorici nel torbido dei pregiudizi delle comari pettegole, pennellando con pesante razzismo i dettagli.

Quel : "..un uomo con baffi e carnagione olivastra accompagnato da due donne con le trecce.." è un capolavoro, di pura scuola nazi-lombrosiana. Quanti ritratti di ebrei fatti negli anni '30 sono assimilabili a questo.

Immagino la coppietta che gira terrorizzata per Prato, convinta, secondo il giornalista, di essere nel mirino di chissà quali bande di rapitori. Com'è vero che il razzismo ha un linguaggio sempre uguale, che non tramonta mai, e quanto certi "topos" insistano nei secoli. I rapitori di bambini, questo baubau che agita le notti dei benpensanti da secoli, quando è notorio che i soprusi e le violenze a carico dei minori nell' 80% dei casi vengono perpetrati in famiglia.

Come non farsi venire in mente i "protocolli dei 7 savi di Sion", libro falso ma, a detta degli estensori, "verosimile", dove era scritto che gli ebrei rapivano e uccidevano i figli dei goym usando il sangue per i loro abominevoli riti.

Chiusa di autoassoluzione quella per cui se si sparge merda sui nomadi non si può dire si parli di razzismo, nel caso in cui il rapito è figlio di coppia mista. Una affermazione che sfugge ad ogni logica e che puzza di posticcio peggio della capigliatura di Berlusconi.

Ciliegina : su Tv Prato, indecente e misera emittente locale, un commentatore lucido come un tombino, chiosando la notizia, ha detto, a proposito, che "solo l'intervento del vicino ha potuto evitare al piccolo una sorte purtroppo capitata a molti altri bambini".

Simpaticissimo il corto circuito per cui una notizia viene farcita di quei pregiudizi che si innesteranno su altri episodi, per cui non sarà dato che un nomade stazioni entro un metro da un fantolino ariano senza che la folla si armi di forconi urlando al rapimento.

Certa gente che, pur se in misura infima, ha a che fare con quel delicatissimo tema che è l'informazione, dovrebbe andarci coi piedi di piombo, prima di soffiare sul fuoco per vendere, visto che così facendo contribuisce a rendere estremamente irto di ostacoli un rapporto già difficile fra i supposti "noi e gli "altri", chiunque essi siano.