mercoledì 31 agosto 2011

History Repeating

"Una bizzarra, ingenua, deterministica convinzione che tutto si sistema comunque, aveva fatto sì che durante gli anni ottanta il paese si fosse arreso al capitale internazionale, concedendogli di inmperversare più liberamente che in ogni altro posto. L'inevitabile crollo comportò in realtà solo una continuazione del totale collasso, consapevolmente realizzato negli anni ottanta, di qualsiasi controllo politico sui volubili colpi di vento del capitale informatizzato. tutti dovettero pagare lo scotto, tutti tranne le imprese. Mentre il paese era sull'orlo del fallimento, le grandi imprese massimizzavano i loro profitti. Il fardello dei costi fu riversato sulla casa, sull'assistenza sanitaria, sull'istruzione, sulla cultura. Su tutte le cose più o meno a lungo termine. Il minimo accenno che le imprese forse avrebbero dovuto contribuire a pagare almeno una minima parte del debito che avevano creato, era accolto con la minaccia del trasferimento all'estero. Tutta la popolazione fu costretta a pensare all'unisono al denaro. L'anima popolare fu gonfiata da ogni parte di pensieri finanziari, fino a scoppiare, finchè non rimasero da riempire che piccoli, piccolissimi spazi, e li non ci poteva essere nulla che fosse a lungo termine, solo lotterie e scommesse e squallidi programmi di intrattenimento TV; l'amore fu sostituito da soap opera idealizzate da una parte e pornografia via cavo dall'altra, la voglia di qualche forma di spiritualità fu saziata da soluzioni new age pronte per il consumo, tutta la musica che raggiungeva il grande pubblico era confezionata su misura per vendere, i media si impadronirono del linguaggio e fecero di sè stessi la norma, la pubblicità rubava i sentimenti e li spostava dai loro giusti oggetti, l'abuso di droghe aumentò pesantemente. Gli anni novanta furono il decennio in cui il capitale fece le prove generali di un futuro in cui orde di disoccupati a vita dovevano essere tenuti in scacco perchè non si rivoltassero. Intrattenimento anestetici, droghe che non esigevano trattamento, conflitti etnici per convogliare gli sfoghi di rabbia in un'altra direzione, manipolazioni genetiche per minimizzare il bisogno di cure nel futuro e una focalizzazione costante sul bilancio mensile della propria economia personale. C'era bisogno di qualcos'altro per rovinare completamente l'animo umano coltivato attraverso i millenni ?"

Non si parla di Italia. NOn è una analisi contemporanea. Si parla di Svezia, si, quella Svezia che pensiamo sempre possa essere una meta, un esempio. E non è stato scritto ora. La linea del male. 1998. Arne Dahl. Pag. 167/168.

Ed è un thriller. Fatto anche molto bene, va detto. Ce l'abbiamo noi uno scritto re di thriller in grado di dare questo spessore ai propri scritti, tra l'altro ?