lunedì 19 marzo 2012

Nouvelle vague


Recentemente ho visto un paio di bei film francesi, "the Artist" e "Les intouchables", orribilmente tradotto in "quasi amici". Bei film entrambi, diversissimi tra loro ma molto godibili. Questo ha fatto si che, l'altra sera a casa di amici, vedessimo un film, francese, con un buon attore come Depardieu.

Mammut.

Depardieu, alla soglia dei 60 anni, viene messo in pensione e l'orrendo sistema pensionistico francese, cui il concetto di "libretto di lavoro" deve essere totalmente sconosciuto, lo costringe a ripercorrere i suoi precedenti lavori per recuperare le "marchette".

D. vive con una megera orrenda che lavora in un supermercato e, da colei spinto, inforca la vecchia moto (una Mammut, appunto, ferma in garage da secoli) e va on the road a ripescare i documenti necessari.

Scopriamo così che ha fatto il becchino, il generico in un circo, il buttafuori e non so cos'altro.

La ricerca prosegue tra alti e bassi, finchè non si ritrova a casa del fratello, assente, al cospetto di una presumibile nipote che definire poco sveglia non rende l'idea. Anche lui è un bel mattacchione. Sopra i 160kg, capelli lunghi, ha lo sguardo reattivo di un muro di contenimento. L'incontro con la nipote, una che abbellisce il giardino in un'orgia caleidoscopica di corpi di bambole mozzati, pare sia la chiave di volta della maturazione interiore del bestione. Come, non è dato saperlo. Ma tant'è, intuisce una nuova visione delle cose, realizza che l'escamptage per sfangarla è vendere la vecchia moto e alla fine lo vediamo tornare dalla megera, su un motorino (povero motorino...) vestito di una tunica da comunicando, come se avesse superato un rito di iniziazione e tornasse a casa "homo novus", anche nel vestito. Altri protagonisti di rilievo non ce ne sono, a parte la Adjani che impersona una sua vecchia fiamma che non badava alla sua totale demenza e che pare se lo volesse anche scopare, prima di morire in un incidente con la moto, proprio sulla via del talamo.

Strano film, vero ?

No, non strano. Un film orripilante, che cerca drammaticamente di mascherarsi dietro una stucchevole aura grottesca e surreale, ma in realtà insensato e squallido. Slegato, incoerente, incomprensibile. Lui non è ritenuto un imbecille a caso, dai suoi occasionali conoscenti, lo è proprio. Ed effettivamente è l'unico pregio del film, ovvero come Depardieu sembri veramente un minus habens.

Triste, sconclusionato, un film fatto coi piedi che non dice niente e che non significa niente, pure imbarazzante, in certi momenti (una vicendevole sega con il cuginetto dei tempi andati, una immagine che resterà a popolare i vostri incubi a lungo). La storia di questo improbabile barile che fa i lavori più disparati è un coacervo di inutile ed allucinato squallore, dove il presunto riscatto finale, non si capisce nemmeno bene da dove provenga. Dalla nipotina altrettanto demente ? Dalla vendita di una moto inspiegabilmente in ottimo stato dopo venti anni di sosta in garage ? Nell'arrendersi con il tonacone, sul motorino, alle leggi dell'Inps francese ? Gratuito splatter della Adjani insanguinata, che fa la coscienza metafisica del proprio assassino, visto che l'ha ammazzata lui, con l'incidente.

Veramente un obbrobrio, per fortuna visto aggratis su Sky. Al cinema avrei chiesto il rimborso.