lunedì 22 novembre 2010

AAA astenersi perditempo.


A volte, proprio per farmi male, faccio un giro sugli annunci delle case in vendita.
Hai visto mai, prima o poi forse mi tocca, poter vivere da solo. Ma non è questo, il discorso.

E' che mentre guardo le descrizioni e le foto, a parte il linguaggio a volte ridicolo degli annunci sia che sia approssimativo dei privati o manierato delle agenzie immobiliari, mi balza agli occhi l'arredamento, di queste case. Spesso è una accozzaglia di oggetti, senza una minima idea, senza una continuità. Vecchio e nuovo, moderno e ex-moderno, finto antico, finto modernariato, avanzi, resti.
Grandi spazi vuoti, o un accumulo impaurito. Ninnoli, copriletti, bric-a-brac, scarti etnici.

Tanti televisori, a schermo piatto. Enormi, troneggiano in salotto. Oppure piccoli, appesi al muro di ogni stanza, come pipistrelli lucidi. Mazzi di fili li collegano a decoder, lettori, prese di corrente, antenne.

Quadri, come si crede debbano essere i quadri moderni; astratti, i quadri che trovi nella zona tappeti del grande magazzino. Croste colorate, oppure gli angeli, messi sempre sopra il letto. Colori a volte squillanti, che cozzano tra loro, a volte pastello, brillanti, cupi, saturi. Una parete ocra, una blu, il pavimento di un orrido parquet scuro, la monocottura con le fughe che non tornano, di plastica traslucidità.

Ma una cosa accomuna queste case, queste tane, questi loft, questi sottotetto, questi trivani biservizi, con resede frontale, tergale, anale, terrazze a tasca, terrazze verandate, disimpegni, camerine, cucine abitabili, luminose, per coppie giovani, senza ascensore, no condominio, bifamiliari, rustiche, interamente da ristrutturare, recentemente ristrutturate, travi a vista.

Nel novanta per cento dei casi non troverete l'ombra di un libro.

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