
Cercando l'orario dei treni per andare da Prato a Colle val d'Elsa (e non trovandone, oltretutto, visto che probabilmente a Colle val d'Elsa il treno NON arriva) mi son perso tra i meandri della rete, incuriosito da un nome affatto nuovo, inaudito, Semifonte.
Visto che la toscana, e sopratutto la zona compresa tra Firenze e Siena, me la sono girata in lungo ed in largo, questo nome a me totalmente nuovo mi ha incuriosito e sono andato a leggerne, ovviamente su wikipedia.
Mi sono improvvisamente trovato immerso nelle cronache del XII° secolo, in piena lotta tra comuni e imperatori. Firenze contro Siena, Poggibonsi, San Gimignano, Marcialla, Certaldo, Empoli, castelli edificati e distrutti, assedi, accordi, tradimenti, via Francigena, i conti Alberti, i conti Guidi, abati, abbazie, messi papali. Una sedimentazione di fatti incredibile, in pochi, pochissimi anni ed in un mondo, rispetto al nostro, molto poco popolato. Tant'è che veniva stimolata una sorta di emigrazione interna per favorire lo sviluppo di nuovi insediamenti.
Che c'è di nuovo, direte ? Niente, solo l'ennesima constatazione, l'ennesima annunciata epifania di quanto sia profondo l'humus storico che calpestiamo e quanto incredibilmente condizioni la percezione di spazio, di movimento.
Perchè mi son sempre chiesto che rapporto potessero avere, per esempio, con il territorio quelli che, per dire, avevano colonizzato nuovi mondi, tipo l'america. Essersi trovato su una superficie piana, senza radici, allettante solo per lo spazio che offriva, e le risorse, e la libertà. Ma senza una sua identità, un piano inclinato che altro non indicava che una direzione da seguire, una espansione, e quanto questa espansione, dimostratati poi così importante e fondamentale per i secoli futuri, non abbia poi dato una impronta al concetto stesso di progresso, evoluzione, intesi alla fine come aumento bulimico delle cose e come questa cultura prediligesse l'estensione piuttosto che la profondità.
Quella profondità per capire la quale, ed io mi sono perso in pochi decenni della storia di pochi chilometri quadrati di Toscana, è necessaria tanta attenzione, tanto studio; cose che questa evoluzione culturale ed economica non permettono, vista l'estensione globale che è stata raggiunta e che non consente approfondimento per propria strutturale conformazione. O si conosce BENE qualcosa di PICCOLO o si conosce SUPERFICIALMENTE qualcosa di ENORME. Le due cose insieme sono impossibili.
E poi penso a quanto spostarsi in un territorio così denso comporti problemi di identità, quanto ci si debba adattare mentalmente anche per fare solo pochi chilometri, mentre per farne migliaia, altrove, non si soffre di sradicamento, sentendosi leggeri e, più o meno, identici ovunque. E quanto anche questo possa influenzare la percezione del resto del mondo, quanto possa influenzare la politica estera.
E infine quanto questo territorio sia un potenziale ineludibile per la costruzione di noi stessi, e quanto forte anche se inavvertito sia il legame che ci unisce, e quanto poco si possa essere disposti a spartirlo con altri, meritevoli solo di essere nati qui, per caso, e quanto questo punto di vista sia forse sbagliato, certo, ma che è altrettanto potente e di difficile modificazione.
La realtà, percepita oggi in modo così contemporaneo, istantaneo, orizzontale, non può prescindere anche da sentimenti così arcaici, oggi forse meno avvertiti, distratti da tempi più veloci e prospettive anche artificialmente estese, ma che riemergono casualmente, traditori e possenti, al semplice scorrere di poche righe su Semifonte, provincia di Wikipedia.
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