mercoledì 30 novembre 2011

Miracolo

Incastonato nella luce bianca del nord, lucida, cristallina, l'ultimo gioiello di Aki Kaurismaki. "Miracolo a Le Havre", un film che è certamente un gioiello. Lo straniamento di una Francia primi anni '70 incastrata in una attualità odierna con i suoi problemi, il suo dramma più lacerante, la migrazione dei deboli, serve a isolare quella che è la vera anima del film, l'umanità.

Una umanità insospettabile, forse, per l'ambiente in cui germoglia. Completamente senza retorica, con una collezione di facce, di espressioni la cui improbabilità va pari passo con la loro stralunata bellezaza, Kaurismaki regala un'ora e mezza di placida poesia, senza strappi, senza melodramma, pur se profondamente drammatico.

Coltiva una leggerezza sospesa come ho trovato per esempio in quell'altro leggerissimo film che è Train de Vie. Ma non è un film indulgente o che si compiace di una certa irragionevolezza circense, anzi, è estremamente reale, senza fronzoli.

UNa narrazione piana ed emozionante, con fotografie, scorci, momenti sospesi da capolavoro pittorico. Un film che fa sorridere il cuore, un film veramente umano, perfetto. Consigliabile al 100%.

Sopratutto la cagnetta Laika, una vera Etoile.

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