martedì 18 gennaio 2011

Era uno dei peggiori bar di Caracas


Quella sera andava in scena lo spettacolo " the italian president". Sul palco si trascinò, grottesca maschea di cera, oramai novantacinquenne, la larva sfatta di quello che una volta si era definito il miglior governante degli ultimi secoli....... Accompagnato dalla sua partner, un relitto di puttanone di una antica trasmissione televisiva, si esibiva nei peggiori lupanari in un triste quanto scricchiolante spettacolo di arte varia, culminante in un amplesso meccanico dove sfoderava un repertorio di falli finti. Con le sopracciglia arcuate e disegnate, la bocca oscenamente pittata di rossetto, in un liso caraceni a doppio petto ornato qua è la di rimasugli Swarowsky. Alla deriva dopo che i figli, sulle cui teste aveva giurato una volta di troppo, lo avevano interdetto, facendo incetta di ogni suo avere e possedimento, noto o ignoto al fisco, si era ridotto a sfruttare quela che oramai nel mondo era l'unica ragione per cui si ricordavano di lui. Dopo un esordio quale "italian stallion", a causa di una citazione per danni subita da Sylvester Stallone, aveva dovuto cercare un nome nuovo per lo spettacolo. Ed ora, dannato dai cyber-impianti ad una lunga vecchiaia crepuscolare, rinnegato dai suoi antichi protettori e sodali di bagordi, conduceva una vita di stenti ed umiliazioni, esposto ai lazzi multlingue dei paesi che attraversava, nomade e ramingo, con un solo album di foto come memoria delle passate glorie. Lui con Putin, lui con Obama, con Bush, vestito da soldato, lui che faceva e corna, cucù alla Merkel. La lingua di bondi, mummificata e fissata con lo scotch sulla pagina. Le volte che nella penombra dei camerini polverosi si fermava a scorrere le pagine, una lacrima pareva scorrere sulla sua guancia. Ma era solo la colla del parrucchino, che si scioglieva.

Nessun commento: