sabato 18 maggio 2013

No future ?

Grande è la crisi del Pd. E' vero, non è possibile negarlo. Ma non è una crisi semplice, è una crisi articolata. Intanto diciamo che il primo elemento di crisi è la mancata amalgama delle varie anime del partito. Quella mancata amalgama che è diventata evidente nella mancata elezione di Prodi a capo dello stato. Mi fan ridere quelli che chiedevano un voto per Rodotà, come se 4800 clic sul mouse e 100 persone davanti a palazzo Chigi potessero essere scambiate per un plebiscitarismo tutto da dimostrare. A parte il baccano mediatico, Rodotà non sarebbe mai passato e, sopratutto, questo non avrebbe certamente aperto a nessuna collaborazione, cooperazione, inciucio, compromesso, tavolo di lavoro o chiamatelo come vi pare con il signor No del Movimento 5 Stelle. Fanculo, siete morti, arrendetevi. Dai, su, chi ci poteva credere ad una colomba con gli occhiali scuri, il baffetto bulgaro e il coltello stretto tra le zampette ?? Quindi, nessun futuro per Rodotà. Punto. Ma ritorniamo a bomba. Il PD come un mostro di Frankenstein i cui pezzi litigano; chi tende al centro, chi tende a SeL, chi tende a fare del PD quello che sarebbe dovuto essere, ma non è diventato. Divisioni sostanziali e nemmeno circoscritte a queste anime, ma come scissioni subatomiche anche al loro interno; malattia connaturata alla sinistra, dividersi, accapigliarsi, darsi le coltellate nella schiena. Altro problema del PD il fatto che, sostanzialmente, questo paese NON E' di sinistra. E' un paese che soffre l'incultura clericale di millenni, che non legge, non si informa, ha un approccio fideistico e mistico alla conoscenza, non ha sviluppato nessuna coscienza critica, civile, nessuna responsabilità. Pasturata a perdono con poca penitenza l'italia non ha mai sviluppato il concetto di intransigenza morale per i comportamenti illeciti ma solo, e nemmeno tanto, per quelli legati ad una morale spicciola. Qua se ne rendeva conto Pasolini, parlando di qualcuno che in tempi di spensieratezza democristiana aveva le idee chiare, ma nessuno recepiva il messaggio. Com'è possibile, direte voi ? Semplice, considerando che come oggi la gente si rincoglionisce con gli amici di Maria, le partite in tv ed i cellulari, allora si rincoglioniva con Franco e Ciccio, le partite alla radio e i fotoromanzi. Un paese senza memoria, senza coscienza critica, infestato di piccoli illeciti il cui sbocco è il grande illecito Silvio Berlusconi, come si può pensare sia maggioritariamente di sinistra ? No, dico, ma vi pare possibile ? E veniamo ad un ultimo punto critico del PD, quello che è sulla bocca di tutti. Che è anche in parte vero, sia chiaro. Il PD non è in grado di intercettare il pensiero della ggente, la piazza, la pancia. E' vero. Ma siamo sicuri che farlo sia la cosa giusta da fare ? Voglio dire, il consenso, l'intercettare i borborigmi del popolino riesce bene se sei un populista e demagogo. Vogliamo diventare populisti e demagoghi ? Ma non solo, quello che la piazza pensa e i rutti che ne conseguono, rendiamocene conto, non sono i pensieri di una società civile sana ed evoluta, sono i pensieri creati da 30 e passa anni di cultura berlusconiana, di massmedia malati, consumismo spericolato; tutto il peggio che del berlusconismo, come epilogo malsano del peggior consumismo televisivo che possiamo immaginare. Ed ecco apparire Renzi, uno che parla berlusconese e potrebbe, ipoteticamente, intercettare questa ggente. Ma a quale prezzo ? Accettare la grammatica e la sintassi del berlusconismo, anche se con un ipotetico fine più "pulito" ? Il consenso di massa, oramai, passa attraverso il mipiacismo feisbukkiano, un tanto al chilo, una indicazione di massima, una maggioranza muta e cieca, un semplice numero che pesa, un sondaggio a senso unico. Dov'è la democrazia, in tutto questo ? Dov'è il confronto, il compromesso, la comprensione delle ragioni altrui ? Non esiste una minoranza legittima, è afona, se non è maggioranza non ha diritti. Verrà spazzata via. Inseguire il consenso intercettando quindi sentimenti che di progressista hanno poco, a me non piace molto. Ci vorrebbe qualcosa d'altro. Dovremmo innanzitutto capire, invece di seguire vuote formule, cosa davvero è possibile sia oggi, in italia, un partito di sinistra, progressista. Quali siano le idee che incarna, quali interessi può rappresentare, quale pedagogia può sviluppare. Si, perchè una pedagogia ci vuole, non è possibile che un partito complesso sia il risultato di una spremitura a caldo di pulsioni estemporanee. Ci vogliono idee, linguaggi, visioni plausibili da proporre, soluzioni. Tutti si sciacquano la bocca su solidarietà, scuola, diritti, salari minimi, ma tutti senza dire nulla su COME fare certe cose, su dove andare a pescare i soldi. Che non ci sono. Fino a ieri tutti sdraiati sulla linea dell'austerity, salvo scoprire che deprimeva i consumi. Ma va ? Oggi, come vagoncini ubbidienti dietro la locomotiva Merkel, accogliamo il dubbio che un frullato di rape disidratate fa poco per investire e risorgere, così come la stretta alle industrie non genera una più intelligente amministrazione delle risorse ed uno stimolo alla ricerca e all innovazione, ma porta solo a licenziamenti, casse integrazioni e similia, tutti altri pesi scaricati sulle spalle della collettività. Manca del tutto, quindi, la capacità di agglomerare attorno a poche e condivisibili cose la parte sana ed intelligente dell'elettorato che porterebbe con sé, anche solo per emulazione, la parte amorfa. I delinquentelli e i malsani no, si sa dove rimarrebbero. Per loro ci potrebbe solo essere una gestione meno permissiva della giustizia, una seria e pervicace azione di controllo ed esazione con pene certe e leggi senza scappatoie. Hai detto nulla. Ma quello è ciò che sarebbe necessario. Dobbiamo quindi interrogarci a fondo su cosa potrebbe essere detto che sia al di fuori della logica pro-anti berlusconismo, fuori da linguaggi velleitariamente ribellisti e sostanzialmente autoassolutori, visto che le colpe son sempre degli altri, le mamme troie son sempre degli altri. A me di idee ne vengono poche, molte prevedono un cambio radicale a cominciare dai codici di procedura civile, penale ed amministrativa; cambi che dovrebbero essere fatti proprio da coloro che sguazzano nell'indeterminatezza legislativa eletti da chi dalla stessa trae profitti, guarentigie, privilegi. Per cui non credo che nuovi congressi, nuovi segretari, nuovi caudilli potranno levare dalle peste la sinistra e, con lei, il paese, visto che non ho sentito NESSUNO affrontare al di fuori di vacue formulette insensate in politichese arcaico la questione veramente vecchia del "che fare".

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