sabato 15 giugno 2013

Mancano i rivoluzionari, per fare la rivoluzione

Sai, lettore caro, qual è la cosa più triste ? Non Grillo e i vaffanculo, non Casaleggio ed i deliri apocalittici, no, nemmeno la washball o le scie chimiche. La tristezza viene dal fatto che, indipendentemente da come, si era aperta una finestra tramite la quale potevano arrivare alla politica delle persone sane, fuori dai meccanismi partitici, la cosiddetta società civile. Bene, abbiamo visto che gente è arrivata, dei nessuno che balbettano, dei Crimi che a leggerli cascano le palle per terra, incapaci di un qualsiasi linguaggio nuovo se non una predilezione per l'invettiva sterile e vuota che non porta a nessun dialogo, a nessuna sintesi di interessi diversi ma crea solo muri. Sono arrivati alla politica i perfetti rappresentanti di una popolazione di analfabeti civili e letterari, quelli che soffrono di deficit di attenzione, pasturati a tv berlusconiana, incapaci di qualsiasi capacità creativa, innovativa, che scambiano un infantile o, al massimo, adolescenziale no ribelle per una capacità dialettica, un pesticciare i piedi come una grammatica plitica. Questa, è la cosa che deprime, la constatazione che non ci sono alternative plausibili, che non abbiamo né una classe dirigente né qualcuno che la possa sostituire.

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