sabato 8 settembre 2007

birra e bretelle


Per smaltire, o almeno cominciare a farlo, quei chilozzi di souvlaki che mi si sono come dire "aggiunti" al girovita durante le ferie, oltre ad una sgambatina funghifera stamattina, mi sono obbligato ad una pedalata per erte piste ciclabili nel pomeriggio. Ho quindi attraversato la città dove vivo, Prato, che oggi è caratterizzata da una pia manifestazione la cosiddetta "Ostensione del Sacro Cingolo"
andate a vedere il link e non pensate a resti di carri armati tedeschi ripescati nei castagneti della linea gotica. Oltre ad essere una festa religiosa, l'ODSC è la classica occasione per cui i baldi giovinotti e gli affermati professionisti mandano in vacca ogni decoro e girano per la città avvolti in tabarri di panno, calzamaglie, reggipalle in cuoio etc. In costume medieval-gotico-rinascimental-buzzurro, insomma. Molto compresi in quello che fanno e esibendo quà e là alabarde, buccine, tamburi e cotillons che avrebbero fatto impallidire il Barbarossa, facendolo desistere da ogni velleità conquistatrice, altro che carroccio. Al mio rientro, puzzando come un cavallo e con lo sguardo del drogato perso (la simpatica ciclabile nasconde in sè alcune salite malnate e traditrici)e aborrendo queste manifestazioni di folklore alla porchetta, ho fatto il giro largo, finendo in una piazza dove, in disparte e con poco pubblico, un gruppetto di aficionados nemmeno in costume, faceva delle prove pubbliche, suonando le cornamuse. L'effetto è stato straniante. Le nenie druidiche degli altopiani scozzesi echeggiavano in piazza mercatale, brandendo coraggiosamente tutta la loro armonica paganità, contrapponendosi agli sbandieratori di Montemurlo, poco più in là. E vi dirò: ascoltandoli, se chiudevo gli occhi, sentivo il profumo dell'erica, il soffio del vento sull'isola di Skye, ma sopratutto, cazzo, m'è presa una voglia di birra pazzesca.

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