sabato 11 ottobre 2008


se tu cammini per strada su un sentiero di sassolini, non puoi metterti a guardare ogni singolo sasso, studiandone forma, colore, composizione. non cammineresti più. e non conosceresti la strada, ma solo un limitato numero di elementi. simile è il discorso per la conoscenza e dell'informazione. un sistema aperto come quello dove viviamo lastrica la strada di infinitesimali notizie, come ghiaia. gli eventi sono oltretutto in massima parte complessi. l'altra sera dopo 2 ore di trasmissione, mi è stato chiaro cosa è successo relativamente a l'affaire cuffaro, con i corvi del tribunale, le spie, i pedinamenti. ed è una cosa infinitesimale. ma ci son volute 2 ore di trasmissione. e di parte, oltretutto. era stata sposata una tesi, una interpretazione; se avessimo dovuto dare spazio ad un contraddittorio saremmo ancora li. e quindi, figuriamoci capire, per esempio, quali siano le cause, gli effetti e le contromisure da prendere in occasione di questa crisi finanziaria, per esempio. certo, si può dire che un presidente del consiglio che si metta a dire comprate questo o quello è ridicolo e demenziale, se non da delinquenti. ma oltre non si va. insomma, aperti come siamo a questi canali di comunicazione di massa è come fossimo seduti in un treno che corre in un lungo oscuro tunnel dove vengono proiettate velocemente delle fotografie sulle pareti, che scompaiono subito. e che quindi ci influenzano superficialmente come informazione ma profondamente come emotività, perchè sono strutturate apposta in quel modo, che ci colpiscano, che facciano si che si leggano le notizie per vendere il giornale, il sito, la pubblicità. ma in fondo cosa capiamo ? realmente ? niente. e per questo, ripeto, non esiste una pubblica opinione in un paese dove la sola informazione è quella di massa, che schizza come un sasso piatto sulle onde del mare, inabissandosi dopo tanti rimbalzi quanti in proporzione la notizia era interessante. esiste altresì l'immaginario collettivo, fatto di rumeni violentatori, di mamme che vendono i bambini, di clandestini che sbarcano, di manager miliardari, di puttanone televisive, di calciatori, di vigili stronzi, di scuole allagate. un carosello di immagini che comunque non informano ma che ci fanno decidere a volte (spesso) solo sull'onda emozionale. niente conoscenza, quindi, o cultura, o crtica, o approfondimento, dove tutto e il suo contrario hanno la stessa dignità, una dignità data dall'inconsistenza e dalla opinabilità. e non trovo libertà in questo, non trovo scelta, ricchezza, ma solo un sistema facilmente manovrabile non con la produzione, ma con il filtro, l'evidenziazione delle notizie. e non vedo francamente come se ne possa venire fuori, posto che poi me ne freghi alla fine qualcosa. perchè ti puoi incazzare, offendere, te la puoi prendere, ti puoi sentire vilipeso, ma alla fine quello che ti prende è lo sconforto, e di fare l'acchiappafantasmi alla fine ti viene a noia. e ti dici beh, e che la barca affondi, sono solo un misero sorcio in fondo alla stiva, cosa vi aspettate da me ? cosa mi aspetto da me stesso ? io un po' le orecchie e gli occhi me li tappo, mi sa, vorrei vivermi gli affetti che ho, i piccoli miei piaceri, le mie minuscole assenze di dolore, quando capitano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start