mercoledì 14 aprile 2010

L'omo 'un fà i lombi, ma vive.

M'è venuto in mente il ricordo di quando, anni fa, incrociavo qualche macchina su cui era stato messo l'adesivo del "Granducato di Toscana". Erano tempi in cui di leghismo, di federalismo, di autonomie proprio non si parlava. C'erano solo le autonomie della Val d'Aosta, del Trentino e poco altro, caratterizzate da delle peculiarità sostanziali, fondamentalmente linguistiche.

Vedere queste macchinucce, spesso delle 127 o delle Alfasud, mai di lusso, girare con l'adesivo a me faceva una commossa tristezza, lo ammetto. Un po' come i canini con la testa che dondola, il cuscino all'uncinetto. Era una ruspante nostalgia fuori tempo, per passate glorie, come se l'aver avuto nei secoli i Medici o un Leonardo da Vinci fosse ereditario, genetico e non , com'è nella realtà, puramente casuale.

Piercoli e mambrucchi, quasi nessuno di Firenze, ma del contado, si fregiavano di simboli vuoti come l'adesivino rosso granducale o un gallo nero chiantigiano. Erano figli di un folklorismo di riflusso, pasciuto a sagre della porchetta e della ficattola, timidi e arroganti nello stesso tempo si beavano gli occhi cerulei di una passata grandezza, di Fiorenza forte ma dei loro nonni, mezzadri, aggiogati alla zolla, non avevano memoria.

Allignavano negli stand della Federcaccia, forti della pappardella al cinghiale innaffiata da un onesto chianti. Ma chi mai li avrebbe presi sul serio, butti stenti su piante rinsecchite cui erano appesi logori labari stinti e muffiti. Esibivano un fantasioso genius loci totalmente inesistente, pensavano di far coincidere l'orgoglio con la geografia; una geografia medievale nelle sue radici segaiole e campanilistiche, di borghi e casolari oramai svenduti a svizzeri e inglesi, ridotti ad essere ospiti e gitanti domenicali in un Chiantishire barattato per un bilocale a Novoli.

Chi mai avrebbe immaginato che una mentalità del genere sarebbe poi esplosa, nutrita dalla paura, dall'ignoranza, da un vuoto anche politico che non sapeva rispondere a crisi e bisogni. E chi immaginava che,seriamente, si sarebbero dovuti fare i conti con una banda di furbacchioni travestiti nel folklore un po' nazista che altro non vogliono che tutelare privilegi e cadreghe, coi danè nelle tasche svizzere, spaventati dai saraceni e dai mori. Chi mai avrebbe immaginato lo spalancarsi esteso di questa voragine culturale, di un abisso di ignoranza tale da generare questi mostri di cecità, di piccineria e di egoismo anche crudeli, inumani.

Averlo saputo, a quei bischeri con l'adesivo, gli avrei bucato le gomme.

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