domenica 25 gennaio 2009

Ad ognuno il suo



Non senti' nemmeno lo schianto. Stava guardando il culo di una, attraversando. Se glielo avessero potuto chiedere, quel cazzo di Suv proprio non l'aveva visto nemmeno con la coda dell'occhio. Ad ogni modo ora galleggiava, senza dolore, senza ansia. Era conscio. Conscio di sè anche se non capiva bene nè dove fosse nè cosa stesse accadendo. Ma era come indifferente. Una caligine lo circondava e, forse, avvertiva come una sensazione di movimento verso l'alto ma, senza punti di riferimento, non era sicuro che stesse avvenendo. Ma ad un certo punto la caligine comincio' a rarefarsi, ed una luce più forte si fece strada nei suoi occhi, fino a sbucare in una sorta di pianoro grigio chiaro e , a pochi passi, una collina. Si accorse a quel punto di poter camminare e, senza sapere nemmeno perchè, si avviò verso quella collina, unico ostacolo che gli impediva di spaziare attorno a sé lo sguardo.

Senza fatica raggiunse la sommità. Ed uno strano spettacolo gli si paro' davanti. UN lungo muro, di quelli fatti a lastre di cemento, un pò sbreccato, muffoso, era davanti a lui e si perdeva all'infinito alla sua destra ed alla sua sinistra. Di fronte un portone, semiaperto. Un portone alto, di un colore indefinito, con dei batacchi grossi, tondi, di ottone annerito. Un portone come quelli che possiamo vedere in quei palazzi ottocenteschi nei centri storici. Era socchiuso ed una figura sedeva di fronte. Si avvicinò e vide che era una sorta di portiere, col berretto a visiera ma, come vestito, aveva un camicione, una sorta di jallabia un po' sdrucita e delle ciabatte da grande magazzino spuntavano da sotto il tavolino. Leggeva uno di quei giornali gratuiti della stazione ferroviaria, con una sigaretta pendula all'angolo della bocca. Non aveva un bell'aspetto. La barba ispida incorniciava un viso cascante, con le guance iniettate di capillari e gli occhi strizzati dietro degli occhiali bifocali. Perplesso si avvicinò a questa persona che, girato il viso verso di lui, abbassò il giornale, guardandolo.
-Buongiorno - disse.
-Buongiorno a lei - rispose il portiere.
-Salve, mi scusi, non so bene cosa mi sia capitato nè dove sia adesso. Sono un po' confuso, potrebbe aiutarmi ?
-Beh, certo che posso. Son qui apposta. Ecco, vede - proseguì - la prenda con calma, tanto oramai non c'è da farci niente, ma evidentemente lei è morto.
-Morto ??
-Eh, si, altrimento non credo proprio che sarebbe qua. Ma aspetti, mi faccia vedere, controllo, lei si chiama ?
Molto interdetto da questa notizia che era si sconvolgente ma poi nemmeno stranamente inattesa, come se una parte di lui lo sapesse, rispose :
-Ferretti, Simone. Nato a Campi Bisenzio il 12 Ottobre del 1957.
-Il portiere scopri' una specie di computer, un cosone col monitor verde, non piatto, tipo un vecchio IBM, premendo i tasti nemmeno troppo velocemente.
-Ecco, si, è lei. Infatti più o meno sarebbe dovuto arrivare adesso. Prego, si accomodi. Faccia una firmetta e mi segua.
Simone firmò accanto al suo nome, su una sorta di libro, con una bic nera, senza il tappino e chiaramente mordicchiata, e seguì il portiere che nel frattempo si era alzato, stirandosi il camicione e gettando la sigaretta lontano.
-Salve, io sono Petros Kuciukian - e gli porse la mano.
Simone la strinse e gli si mise accanto. Si avvicinarono al portone socchiuso
che Petros aprì senza difficoltà, inoltrandosi poi all'interno del misterioso recinto. Come per un tacito accordo camminarono silenziosi,quasi raccogliendo ognuno i suoi pensieri; l'uno per formulare le domande, l'altro per preparare delle risposte. Nel frattempo Simone si girava intorno. Nell'aria cera una musica, una specie di musichetta da ascensori, o da supermercati. Una nenia simil pop, quasi jazz. Attorno a se cominciava a distinguere sagome umane, persone come lui che si aggiravano in un paesaggio con alberelli, panchine di ferro, qualche altalena.
Tutti quelli che incrociava lo salutavano, sorridendo, in italiano.
Alla fine si decise e, rivoltosi al suo accompagnatore, chiese :
-Scusi, Petros, ma dov'è che siamo, esattamente ?
-Beh, mi sembra chiaro. Siamo in paradiso - rispose allora il portiere.
-In paradiso ? Sicchè è questo, il paradiso ? Io me l'ero sempre immaginato diverso anzi, a dir la verità, me l'ero immaginato come ce lo avevano descritto per centinaia di anni ! Spiriti divini, musiche celestiali, una luce dorata soffusa, fragranze di fiori. Qua sento al massimo un vago sentore di arbre magique al cocco !
-Si, capisco - disse Petros - da qualche anno è sempre questa la reazione delle persone che accolgo. Ed in fondo lei ha anche ragione. In effetti il paradiso di cui lei parla esiste. Un paradiso con un cancello dorato che si perde nell'infinità del cielo, un paesaggio dolce, pieno di fiori, di erba fresca, ruscelli limpidi dove le anime passeggiano parlano ed incontrando gli spirti migliori dell'umanità e accrescendo la propria beatitudine, osservando rapiti il volto del nostro Signore.
Ah, a proposito, l'avverto che il volto ecc ecc qua lo vediamo in replica il giovedì sera, e c'è anche qualche interruzione pubblicitaria. per il resto se vuole c'è un abbonamento a Cielo, una sorta di TV digitale.
-Ma come ? - sbottò il buon Simone - e questo paradiso ? dov'è finito ?
-Esiste sempre ma, vede.... una cortesia, lei si è accorto che tutti quelli che incontriamo sono italiani, e suoi coevi ?
-Si, effettivamente, ora che me lo fa notare, è vero.
-Dicevo, mi scusi, per farle capire una cosa che poi le apparirà chiara. Questo è si UN paradiso. Ma un paradiso, come dire... low cost. Un discount del paradiso.
-Come ??? un discount ??? ma... ma... - balbettò sorpreso il povero Simone.
-Eh, si. Ma, mi scusi, lei viene dall'Italia del 2009 ?
-Si
-Bene. Ora, faccia mente locale. L'economia, la politica, la cultura, la scuola, la sanità, la sicurezza, la giustizia, le sembravano pienamente operative ? le sembravano al meglio ?
-Oddio, in effetti...
-Ecco. Mi spiego. Avete ministri come Brunetta, Gasparri, la Gelmini. Non parliamo del primo ministro. E l'opposizione ? ne vogliamo parlare ? Il lavoro è precario, i contratti sono cocopro, 3 o 4 regioni sono in mano alle mafie, appena cadono due gocce d'acqua sono frane e smottamenti. I pensionti vanno a frugare nei cassonetti. I negozi sono deserti, le uniche cose che tirano sono appunto gli hard discount che, nulla da dire, ma non sono proprio come quegli sfavillanti shopping center... no ?
-Hem, come darle torto ?
-E quindi, siccome in cielo cosi' in terra e viceversa, è da qualche anno che la maggior parte degli italiani quando passano a miglior vita si ritrovano qua. Del resto, sin dall'arrivo, uno dovrebbe capirlo. Le sembro san Pietro, per caso ?
Io sono un povero emigrato armeno, a Roma facevo il portiere in un caseggiato popolare, e questo, il fatto che mi chiamassi Pietro, qualche conoscenza, han fatto si che potessi avere questo posto.
Ammutolito Simone girava intorno lo sguardo, rendendosi conto appieno del sottile squallore che permeava quel posto. Un senso di abbandono, di luce da neon esausto.
-Quindi,mi faccia capire, nel caso in cui dovessimo migliorare, come paese...
se riuscissimo a riacquistare credito, credibilità, se ce la facessimo a rialzare la testa, a investire nele nostre bellezze, nella nostra creatività, nella fantasia, in quelle cose piacevoli che ci han fatto conoscere in tutto il mondo e che ora abbiamo dimenticato, abbandonato, per seguire sogni inesistenti, fortune facili, culi e tette televisivi, calciatori prezzolati... dicevo, se ce la facessimo allora di conseguenza anche qua le cose cambierebbero ?
-Beh, teoricamente si - disse Petros - ma io ho sentito mio cugino, che lavora in un ufficio ai piani superiori. Non prevedono cambiamenti. Sono un pò sfiduciati, non vedono nessun appiglio, per voi. Ci vogliono un'anima, una coscienza, una dignità che paiono perse. Non basta l'economia. Quando questa c'era e il sistema tirava, si è preferito scialacquare tutto in capitalizzazioni effimere, senza investire. Si è lasciato andare l'educazione, la preparazione, la cultura. Si è depredato il territorio con milioni di metri cubi di seconde case sfitte, ci si è arricchiti ignorando ogni norma etica, ecologica. Le industrie hanno avvelenato tutto con la complicità della camorra, uccidendo la salute delle persone. E nessuno, finchè ci sono state briciole da leccare, si è ribellato. Ed ora tutto si è esaurito, siete allo sbando. Una nazione di poveri, di miserabili, che invecchiate fra le vestigia incolte di un passato dimenticato. E questo è il vostro paradiso, ormai. Un posto grigio, dove trascorrere l'eternità.
Chino il capo, Simone si mise a riflettere. Non riusciva a trovare nulla da controbattere. E continuo' a camminare accanto al suo anfitrione, inoltrandosi in quello spazio stanco, informe.

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